Novecento al teatro Vittoria di Roma

0
Novecento al teatro Vittoria di Roma

Novecento al teatro Vittoria di Roma. Il romanzo di Baricco del 1994 viene trasposto in teatro da Stefano Messina, interprete e co-regista assieme a Chiara Bonome. È una grande prova attoriale, brillantemente superata.

Novecento al teatro Vittoria di Roma

Novecento al teatro Vittoria di RomaNovecento al teatro Vittoria di RomaAlessandro Baricco scrive Novecento nell’ottobre 1994; il testo narra la vita di Danny Boodmann T. D. Lemon Novecento, “il più grande pianista che abbia mai suonato sull’Oceano”, nato, vissuto e morto sul piroscafo Virginian senza aver mai messo piede sulla terraferma. Una vita, la sua, che conosce solo l’estensione che va da una poppa ad una prua, che inala il mondo attraverso gli sguardi  e i respiri dei duemila passeggeri, che dalla prima all’ultima classe popolano il piroscafo Virginian ad ogni nuovo imbarco.

Novecento è un pianista il cui mondo si racchiude sul piroscafo Virginian

Novecento al teatro Vittoria di RomaL’universo di Novecento è tutto lì: è il bianco e il nero della tastiera, sono le sette note in cui inventa infiniti mondi, uno per ogni sogno che non potrà mai realizzare. Non appartiene alla terraferma, come non appartiene a niente e nessuno. È un uomo senza patria, senza famiglia, senza data di nascita, trovato in una scatola di cartone a pochi giorni di vita sul Virginian dove è cresciuto allevato da macchinisti e marinai e imparando, semplicemente ascoltandola, a suonare una musica unica, travolgente, senza regole, canoni, confini.

Stefano Messina sfodera una grande prova attoriale

Novecento al teatro Vittoria di Roma

È una grande prova attoriale essere Novecento ma Stefano Messina, interprete e co-regista assieme a Chiara Bonome della riduzione teatrale in scena al Teatro Vittoria di Roma, sembra averla brillantemente superata.

Le scene di Alessandro Chiti e i costumi di Isabella Rizza trascinano lo spettatore nel mondo impalpabile e pulviscolare di Novecento, immergendolo in quegli stessi 88 tasti di pianoforte in cui le note si rincorrono come onde senza posa. Novecento non lascerà mai il Virginian; troppe incognite, troppe variabili, troppi gli incroci da prendere in una brulicante città da attraversare.

La pièce tratta dal romanzo di Alessandro Baricco del 1994

Novecento al teatro Vittoria di RomaAnche solo le strade, ce n’era a migliaia; come fate voi laggiù a sceglierne una…A scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire”. Questo mondo addosso gli impedisce di scendere i gradini, che dalla scaletta della nave lo catapulterebbero altrove. Novecento rinuncia, risale, dà le spalle al mondo; torna alle sue note, che sono tutto quel che conosce, che gli appartiene. E che, in fondo, sembra gli basti. Ha paura? Forse lui è La paura.

Quegli ultimi gradini sono l’ultima frontiera tra sé e i compromessi con la società, col farne parte, con l’accettarne le regole. Voltarsi indietro, risalire verso il Virginian sembra a Novecento l’unica scelta possibile: lui è figlio dell’oceano, delle onde che si rincorrono senza posa, come velocissime mani su una tastiera che può essere un universo intero.

Francesca Pistoia

 

Nessun commento