Al MUDEC di Milano è possibile visitare dal 1 maggio all’8 settembre 2019 una grande esposizione dedicata all’artista pop americano Roy Lichtenstein. La mostra è curata dallo studioso italiano dell’artista Gianni Mercurio con catalogo 24ORE Cultura che produce la mostra.
Presentare ancora una mostra di Lichtenstein, uno dei più importanti artisti della POP americana può sembrare scontato, questa però ospitata al MUDEC di Milano che comprende circa 100 opere grandi, unitamente alle sculture e agli arazzi, è differente dalle altre poiché inizia con un diverso principio, ossia il partire da un’idea diversa della forma stampata come fonte di ispirazione, iniziando dall’idea originale arrivando a una copia moltiplicata.
L’esposizione attraverso una panoramica dei temi trattati dall’artista nel suo lavoro di utilizzo del fumetto con l’esasperazione del retino fotografico per dare l’idea di una realtà mediata delle tante immagini che vengono nel contemporaneo trasmesse, fa comprendere la ricerca che l’artista ha compiuto partendo attraverso la stampa o la scultura con i disegni preparatori impiegando tecniche innovative.
Questa pratica è divenuta una forma di espressione artistica e un’estensione della sua visione estetica in parallelo con la pittura, partendo dall’evoluzione dei primi lavori degli anni ’50 del Novecento. L’esposizione ha uno svolgimento a tema mettendo in luce lo sviluppo del lavoro di Lichtenstein riguardo alla riproducibilità meccanica dell’opera d’arte del quale è stato uno dei più importanti interpreti e ne indica nel medesimo tempo le differenti definizioni e rappresentazioni formali riguardo i soggetti trattati. Quindi un percorso all’inverso che permette di conoscere meglio la ricerca di Lichtenstein.
Ecco perciò il titolo dell’esposizione “Roy Lichtenstein: Multiple visions”, poiché queste procedono ininterrottamente con continui riferimenti trans-storici al mutamento dei linguaggi artistici. L’artista poi dopo il periodo pop è arrivato ad una personale rielaborazione di tematiche ispirate al costruttivismo europeo, al surrealismo, all’espressionismo tedesco sino alla sua morte.
La mostra è curata come detto da Gianni Mercurio, noto studioso dell’artista, che è stato anche curatore dell’esposizione “Roy Lichtenstein Meditations of Art” e del relativo volume alla Fondazione La Triennale del 2010. L’esposizione andrà poi a Colonia con il titolo “Kunst als Motiv”.
Emilia Dodi