My Fair Lady al Sistina. Il tempio del musical capitolino, ospita questo musical, con una esplosiva Serena Autieri nei panni della fioraia Eliza.
My Fair Lady al Sistina
My Fair Lady al Sistina. E’ un vero trionfo, l’ingresso in palcoscenico di una emozionatissima ma altrettanto sicura di se Serena Autieri, la protagonista del capolavoro di Lerner & Loewe’s, una favola italianizzata per l’occasione, che fa onore alla fama che nel tempo si è guadagnata.
Una edizione italianizzata, dicevamo, che il teatro di Massimo Romeo Piparo manda in scena con l’intenzione, concretizzatasi, di porre in evidenza temi attuali, quali il riscatto sociale ed il superamento di quelle barriere, che opprimono il nostro tempo: una emozione grande, per il pubblico per uno spettacolo di respiro internazionale.
La padrona della scena di questo musical è Serena Autieri
Ed è proprio Serena la padrona della scena di questo musical, che vede una povera fioraia, determinata ed anche un tantino sfrontata, fare lentamente ma in maniera esplosiva, breccia nel cuore di un rude ed ostico professor Higgins, un glottologo di fama internazionale, che scommette con un suo amico, il colonnello Pickering, di trasformare la povera fioraia in una dama dell’alta società facendo uso delle sue doti di esperto di fonetica.
Una piccola elemosina, qualche moneta, gettata con noncuranza nel cesto dei fiori di Eliza, ispira la fioraia che in tal modo comincia a sognare una vita diversa adattandosi lentamente al suo futuro..
Un cast ricco di attori bravissimi
Inutile, raccontare per filo e per segno lo svolgimento della vicenda, che vede interessati attori bravissimi del calibro di Ivan Castiglione, Manlio Dovì, Gianfranco Phino, Clara Galante, Luca Bacci e, nei panni di Mrs. Higgins, un ruolo che sembra quasi sia stato premonito, dagli autori originali per il carattere tagliente, ma anche sofisticatamente comico, di Fioretta Mari.
La qualità della recitazione è altissima con scene fantastiche
L’alta qualità della recitazione, le scene fantastiche di A.J. Weissbard che gestisce anche le illuminazioni oltre che la regia, le musiche del Maestro Enzo Campagnoli ed i costumi ( ben 103 ) di Silvia Frattolillo fanno di questo lavoro, che trae origine dal “Pigmalione” di George Bernard Show, un unicum che contribuisce a sfatare i drammi, attenuare le controversie, ed a rendere attuale il soggetto di un lavoro, che è nato oltre cento anni orsono, ma che appare intramontabile, e tale da emozionare il pubblico di tutti coloro, che avranno la fortuna di vederlo e di godere delle emozioni che esso ispira.
Quanto agli interpreti in palcoscenico, ad eccezione di una emozionata, ma felice Serena Autieri che dichiara apertamente la sua felicità, nel poter interpretare un personaggio da lei sempre considerato un summit, dotato di forza morale autentica, più vicino all’opera che non al musical.
La scelta degli interpreti è particolarmente azzeccata
Dobbiamo dare atto, che la scelta degli interpreti e dell’intero cast da parte del regista e di Enrico Griselli, marito nella vita di Serena Autieri, e produttore dell’imponente lavoro, che resterà in palcoscenico nel più grande teatro romano di musichall fino al 26 novembre prossimo, appare assolutamente azzeccata sotto tutti gli aspetti. Certamente, in grado di esprimere la morale che il valore dell’amore debba esprimersi, non soltanto quando le cose vanno bene ma, e forse ancor più, quando all’orizzonte si presentano difficoltà.
Uno spettacolo grandioso, da non perdere
Il più giovane attore del cast è uno smagliante Luca Bacci nei panni di Freddy Hynsford – Hill, l’insistente spasimante della “nuova” Eliza, mentre risaltano la spontanea verve di Manlio Dovì, un frizzante colonnello Pickering, ed il talento del bravissimo Gianfranco Phino ( Alfred Doolittle, padre di Eliza ), oltre allo splendido Ivan Castiglione, che interpreta il non facile ruolo del glottologo Higgins, fulcro di una fiaba che le coreografie di Gianni Santucci, rendono classica e moderna al tempo stesso.
Uno spettacolo grandioso, da non perdere.
Andrea Gentili