La saga dei mutanti scrive un altro capitolo. X-Men Dark Phoenix, in sala dal prossimo 6 giugno distribuito dalla 20th Century Fox è stato presentato a Roma in una conferenza stampa in diretta streaming da Londra.
Michael Fassbender (Magneto), James McAvoy (Xavier), Sophie Turner (Jean Grey) e Jessica Chastain (magnifica ‘villain’ nell’ambiguo ruolo di Smith) è il cast stellare (con Jennifer Lawrence ancora una volta nel ruolo di Mystica) del dodicesimo film sugli X-Men tratto come gli altri dai fumetti della Marvel.
Scritto da Simon Kinberg che firma per la prima volta la regia e che apre l’incontro con i giornalisti, ricordando come questa sia la sua quarta sceneggiatura per gli X-Men e come si sia: “sentito ormai di lavorare come in famiglia. Ho dato al film – prosegue – un tono più drammatico e ai personaggi accenti realistici. Ho parlato di famiglia perché gli X – Men sono una famiglia, che in questo capitolo viene duramente messa alla prova. Anche lo stile del film (ambientato nel 1992) è diverso dai precedenti. Lo definirei ‘piacevole’ aiutato dalla camera a spalla che crea un’immersione estetica particolarmente evocativa”.
Il ruolo femminile, la forza delle donne, la capacità di essere luce e ombra sono il tema centrale del film che si realizza nei personaggi interpretati da Jessica Chastain e Sophie Turner reduce dal contestato finale de Il Trono di Spade dove da 10 anni e 8 stagioni ha interpretato il ruolo di Sansa Stark.
“Jane Grey – dice la Turner – è una mutante potente. Protagonista e antagonista allo stesso tempo. È una donna alla quale è toccato in sorte un grande potere che però non la mette al riparo dall’essere piena di difetti. In questo film – prosegue l’attrice – si esplora la rabbia femminile. Il lato oscuro della sua personalità e anche la luce che ne deriva. L’una senza l’altro non potrebbero esistere”.
Del ruolo femminile parla anche Michael Fassbender: “se un uomo si comportasse come Jane sarebbe percepito come un uomo forte. Una donna, invece si dice che ‘ha dei problemi’”.
Problemi che, come sostiene Jessica Chastain, hanno le attrici ad avere ruoli interessanti: “ora è diverso è vero, ma si poteva fare prima. Ricordo quando al college chiesi ad un professore perché si scrivessero più ruoli per gli uomini che per le donne. Mi rispose che semplicemente era così, un stato di fatto e non qualcosa da cambiare. È un problema anche di figure che rappresentano l’autorità – continua l’attrice vincitrice del Golden Globe per la sua interpretazione in Zero Dark Thirty – e l’incapacità di evolversi e rinnovarsi”.
Autorità, non a caso rappresentata da un professore, Xavier, al secolo James McAvoy: “il mio personaggio mente prima di tutto a se stesso oltre che a Jane. Quello che fa per la sua protetta serve ad accarezzare il suo ego anche se – sottolinea sorridendo – è un compito difficile salvare la Regina del Nord! Quanto alle menzogne – prosegue – a volte sono necessarie. Però non deve diventare un facile alibi e nella mia vita preferisco evitare di nascondermi dietro alle bugie”.
E se contestare l’autorità, per McAvoy è nel bagaglio genetico di ognuno di noi, Michael Fassbender ricorda come la ribellione dei bambini nei confronti dei genitori, sia un modo per crescere e conoscere i propri limiti.
“La cosa peggiore è l’autorità e l’ignoranza combinate insieme, questo mi terrorizza. I Mutanti sono dei diversi che subiscono la violenza dell’ignoranza di una società che li mette al margine. Mi preoccupa il momento che stiamo attraversando – dice l’attore – in un Mondo che sembra regredire dove gli essere umani si dimostrano sempre tribali. Capita in momenti economicamente difficili, dove il disagio e la rabbia si riversa sugli altri, spesso le minoranze, accusate di essere responsabili dei problemi della società. Questo fa paura e dimostra che il passato non ci ha insegnato nulla. Io però resto ottimista e spero nelle nuove generazioni e nella loro forza positiva”.
Ludovica Mariani