Guido Cagnacci a Santarcangelo

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Sala Cagnacci alla Sangiovesa Santarcangelo di Romagna

Nella Rocca Malatestiana di Santarcangelo di Romagna sua città natale, torna una mostra di Guido Cagnacci grazie al recupero di due opere delle quali una dall’estero. E’ curata da Vittorio Sgarbi.

Guido Cagnacci
La Maddalena penitente 1640 ca.( 1637 ?) olio su tela cm.89×71

 

 

Si inizia col dire che il recupero della due opere del Cagnacci è’ un’importante mecenatismo di un privato cittadino Manlio Maggioli. Amante dell’arte che possedendo già due altre tele del celebre concittadino, anziché esporle a casa propria, ha pensato di metterle a disposizione di tutti nella sua Osteria La Sangiovesa all’interno di Palazzo Nardini, a Santarcangelo di Romagna.

 

 

Guido Cagnacci
La Maddalena penitente 1640-42 olio su tela cm.96×75

 

Alla presentazione della mostra alla Rocca Malatestiana, Manlio Maggioni ha dichiarato: “Ho sempre desiderato avere un Cagnacci e naturalmente immaginavo di tenerlo a casa ma poi ho pensato che così facendo, ne avrei goduto solo io. Ho ritenuto quindi più saggio riportare il Cagnacci, che poi sono diventati quattro, a Santarcangelo così che anche i sangiovesi potessero goderne. Ho posizionato le opere in Sangiovesa proprio nella Sala Cagnacci, che, guarda caso esiste da sempre”.  

 

 

Guido Cagnacci
San Bernardino da Siena 1640-1645 olio su tela cm.43×32

Come messo in luce da Vittorio Sgarbi, il ritorno dei Cagnacci a Santarcangelo è una decisione di grande valore presa da un cittadino che è un mecenate contemporaneo che custodisce una tradizione interpretando il pensiero del grande storico dell’arte che nella sua collezione possiede un’opera di questo maestro seicentesco.

Le tele esposte sono La Maddalena penitente del 1640 che è lo studio preparatorio per il busto della Maddalena penitente della pala d’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Maddalena delle Benedettine di Urbania; un’altra Maddalena penitente del 1640-1642, che la critica considera una delle tele più importanti che il pittore abbia ideato, con il suo sensuale abbandono e estasi.

 

Guido Cagnacci
Testa di ragazzo cieco 1640-1643 olio su tela cm.43×32

Le altre due opere che sono di piccole dimensioni, rappresentano La testa di ragazzo cieco e il San Bernardino da Siena, 1640-1645 che sono comparsi per la prima volta nell’inventario della collezione di famiglia Albicini di Forlì nel 1704.

Sono due piccoli capolavori. Il San Bernardino si pensa sia uno studio preparatorio per il personaggio di Aristodemo nella tela della Cassa di Risparmio di Rimini dal titolo Il miracolo di San Giovanni Evangelista a Efeso del 164-42, mentre la Testa di ragazzo cieco dipinta in modo così realistico sia stata realizzata secondo lo stile “la testa di carattere”.

Comunque il ritorno di due opere del Cagnacci nel suo luogo natio sono sempre da prendere in grande considerazione, ringraziando chi lo ha permesso.

Savina Fermi

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