
Alla Casina delle Civette a Villa Torlonia nel giardino e nella Dipendenza dal 9 giugno al 30 settembre 2018 la mostra “Bosco Magico Gli alberi sciamanici di Paolo Martellotti” con 30 sculture e 25 dipinti che l’architetto artista ha sapientemente collocato. La curatela è di Tiziana Gazzini e Maria Grazia Massafra.

Fuoco blu 2006/2017 cm. 80x60x40 Legno di biancospino, acrilico, tempera SU
base di faggio(h.cm27/diam.24cm)
Paolo Martellotti è un architetto artista di fama internazionale che scolpisce e dipinge e le sue sculture uniscono arte e natura. Infatti ogni scultura di albero è tratta da una differente tipologia poiché impiega i diversi legni come tiglio, biancospino, abete rosso, quercia, castagno e biancospino, per dargli vita e non renderli solo un materiale da impiegare.

Arpa Rossa 2017 cm.86x62x48 Legno di abete rosso , aacrilico, cavo di acciaio
Per questo architetto artista il legno si comporta in modo differente a seconda di come è impiegato e ne trae delle splendide sculture rispettando il materiale come opera vivente, questo per mostrare la personalità individuale di ciascun legno. La scultura come alberi sciamanici. i sui dipinti, come detto esposti nella Dipendenza, entrano in un gioco di riflessi e specchi divenendo quasi una galleria di ritratti delle sculture.

Torre dei sette colori 2015 Cm:100x33x32 Legno di tiglio , acrilico, tempera e
terre
I dipinti su tela sono tempere, acrilici, collage e tecniche miste. Sono quadri astratti e figurativi nel medesimo tempo. Con un gesto sciamanico Martellotti ha cercato di comprendere l’esistenza di ciascun albero e le sue espressioni e quali siano i sentimenti nascosti cercando di svelarli con le sue sculture che a seconda ci sia il sole o sia il buio risplendono di luce propria.

Luce:Movimento n.2 2018 cm.50×50 tempera, acrilico, collage su tela su
legno compensato
Il Bosco magico di Martellotti nasce da un progetto espressamente pensato per il luogo perché il suo essere anche architetto valuta l’ambiente nel quale le opere debbano essere poste. E’ un’arte che è barocca perché si rifà al mito di Apollo e Dafne e nel medesimo tempo molto contemporanea. Martellotti ha saputo raccontare la natura in quanto artista, architetto e intellettuale. Il pensiero del labirinto e dei miti ha sempre affascinato l’artista che negli anni ’90 ha scritto il libro “Arianna, Modelli e miti nell’architettura”, mettendo in discussione la distinzione tra saggistica e scrittura creativa.

Scena:Movimento n. 6 2018 cm.50×50 empera ,acrilico, colllage su tela su
legno compensato
Una delle curatrici Tiziana Gazzini scrive: “il Maestro lavora con il legno, tempera chiodi, corda per sculture progettate e costruite col rigore del più solido degli edifici, quasi un gesto di riparazione verso i suoi progetti architettonici che immagina e disegna come sculture visionarie” e in effetti alcune delle sue opere scultoree hanno nei nomi riferimenti letterari: Domani nella battaglia, Il cavaliere nero, il fuoco, Maternità, Il guerriero infelice, La mano dell’architetto. Le sue opere pittoriche hanno nomi come: Luce, Movimento – Materia- Movimento, Scenari-Movimento e vogliono far entrare il visitatore negli angoli segreti delle sculture che si protendono verso il cielo e diventano cavalieri, castelli, mani, architetture con un gioco di vicino-lontano. E’ una mostra molto interessante che piacerà ai giovani e ai meno giovani e merita una visita.
Emilia Dodi