Franca Pisani al Macro Testaccio

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Franca Pisani Codice archeologico Il recupero della bellezza

Con il titolo “Franca Pisani Codice Archeologico Il recupero della Bellezza” l’artista mostra su quattro livelli le opere che ha creato appositamente per la personale al Macro Testaccio Padiglione 9B, con 47 tra affreschi, quadri, installazioni e teleri che riguardano i 4 luoghi archeologici distrutti dall’inciviltà. L’esposizione è curata da Duccio Trombadori.

Franca Pisani
Codice archeologico Il recupero della bellezza

Le opere di Franca Pisani che partecipa in contemporanea alla 57°Biennale di Venezia nella mostra dedicata a “Palmira La Sposa del Deserto”, riguardano i siti archeologici di Hatra, Nimrud, Bamliyan e Palmira che hanno subito distruzioni da parte di barbari che non hanno rispettato i luoghi dove sussistevano. L’esposizione è quindi dedicata al viaggio ideale per celebrare i luoghi che erano il patrimonio culturale di tante popolazioni.

Franca Pisani
Codice archeologico Il recupero della bellezza

 

In mostra il suo omaggio si sviluppa con 47 opere con 10 teleri di 400×300 cm. dedicati ai siti archeologici, affreschi su seta di Lione, 8 marmi su tela di 150×100 cm., I nomadi “il nuovo popolo della pace”, 6 affreschi su tela, 4 sabbie 150×100 cm., un albero di pietra, i totem in marmo e un’installazione di marmi bianchi sulla pavimentazione che rappresenta la distruzione dei siti archeologici. Una mostra grandiosa esposta su 4 livelli con’ l’installazione sulla pavimentazione di marmi antichi messi a disposizione della Fondazione Hernaux di Querceto.

 

 

Franca Pisani
Codice archeologico Il recupero della bellezza

Nel primo livello c’è Nomade anziano che è idealmente dedicata all’Afganistan della valle di Bamiijan dove sussistevano i due Budda distrutti dai Talebani. Il secondo livello Nomade vento identifica l’incursione in Iran nel sito di Hatra Munsul presso Bagdad dove sussistevano due sculture che raffiguravano i tori con teste umane. Il terzo Nomade adolescente è dedicato alla città assira di Minrud sul fiume Tigri che ha riferimenti al nostro passato biblico. E infine Nomade curioso riferita alla memoria di Palmira. Qui è rappresentato l’Albero di pietra che consiste di un tronco di frassino messo in un cilindro di marmo delle Alpi Apuane dove sono scolpiti segni primordiali. Oltre a questa installazione anche due teleri sono dedicati all’antico anfiteatro romano. Un quinto ciclo è aggiunto con la versione di Nomade donna che si ritrova con i precedenti nomadi con l’aggiunta di un settimo uomo che raffigura l’uomo della pace.

Franca Pisani
Codice archeologico Il recupero della bellezza

Per dirla come in uno stralcio della presentazione del curatore Duccio Trombadori:“ Il codice archeologico e il recupero della bellezza sono motivi di una poetica che si basa su fattori complementari: il dettaglio e la complessità. L’artista mette alla prova il Gran Teatro delle Forme in Movimento e suscita corrispondenze simboliche esaltate dalla messa in scena delle sue manipolazioni visive”………………“Vissuto e memoria archetipale si danno la mano nella esperienza formativa di una teoria di immagini lungo un percorso allusivo, dove il passato della civiltà si incrocia con la catastrofi del presente storico in uno sguardo di insieme che poggia sulla vivida metamorfosi e simbiosi di segni”. 

Franca Pisani
Codice archeologico Il recupero della bellezza

 

Franca Pisani artista concettuale, figlia d’arte, già nota per essere stata invitata nel 1977 all’apertura del Centre Pompidou, ha esposto in luoghi istituzionali italiani e non, essendo stata invitata due volte alla Biennale di Venezia, a Berlino, agli Uffizi, a Vienna e quest’anno partecipa per la terza volta alla Biennale veneziana nel Padiglione della Siria.

Emilia Dodi

 

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