C’è un cadavere in giardino al Manzoni di Roma

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C’è un cadavere in giardino

C’è un cadavere in giardino Teatro Manzoni di Roma.  Questa divertente commedia di Norm Foster, vede come protagonisti Sergio Muniz, Miriam Mesturino, Maria Cristina Gionta, Valentina Maselli, Luca Negroni, Giuseppe Renzo.

C’è un cadavere in giardino al Manzoni di Roma

E’ in scena al Teatro Manzoni di Roma la divertente commedia di Norm Foster, C’è un cadavere in giardino, che vede come protagonisti Sergio Muniz, Miriam Mesturino, Maria Cristina Gionta, Valeria Maselli, Luca Negroni, Giuseppe Renzo. La regia è firmata da Silvio Giordani.

C’è un cadavere in giardino – trama

C’è un cadavere in giardinoLa pièce è molto divertente, in quanto l’autore Norm Foster è considerato il Neil Simon canadese, ed è uno dei più divertenti scrittori di commedie intelligenti. C’è un cadavere in giardino narra le vicissitudini di una coppia di attori, Aldo e Cinzia Selvaggi, che dopo aver rappresentato vari spettacoli e aver calcato per anni teatri sperduti per l’Italia, all’improvviso vedono cambiare la loro vita, trasformandosi in “Guru dell’auto-aiuto” e grazie ai media, diventano ricchi e famosi. Ad un certo punto, però, il loro rapporto coniugale s’incrina, diventa opaco: prova ne sia che all’improvviso un giorno Aldo trova in flagrante adulterio sua moglie Cinzia con il giardiniere che, per la grossa paura di essere stato scoperto, muore d’infarto, trasformandosi, ahimè, in un ingombrante cadavere da occultare.

Ad aiutare la coppia giunge a proposito la loro agente Ruby che propone, visto che la casa ha un bellissimo giardino (elemento chiave nel titolo, che funge da catalizzatore narrativo, sebbene appaia distante e sbiadito) di scavare una buca proprio in quel giardino. Ma ecco che, nel cercare di nascondere il “pacco” ingombrante, arrivano a rovinare la “festa” prima Geremia Castelli, un giornalista amante del gossip e molto invadente, che si finge corteggiatore di Ruby per scoprire segreti e misteri dei coniugi Selvaggi, e dopo l’ispettore di polizia, tale Andrea Piccioni, che cerca, guarda caso, proprio il giardiniere, implicato, secondo lui, in qualcosa di losco.

Un finale con un colpo di teatro offrirà sorprese

In tutto questo traffico di personaggi, a fare da trait-d’union alle varie situazioni è la cameriera Berenice, una ragazza un po’ strana, schizofrenica, con una serie di tic, che ha comprato ed imparato a memoria tutti i manuali di autostima scritti dai coniugi Selvaggi. Il finale, con un colpo di teatro, offrirà delle belle sorprese.

Una pièce dinamica ricca di ritmo

C’è un cadavere in giardino risulta una pièce molto dinamica, imperdibile, ricca di ritmo e giochi ad incastro che ricordano le commedie di Feydeau che il regista Silvio Giordani sfrutta magistralmente, mettendoci anche un pizzico di erotismo, il che non guasta, anzi diverte il pubblico che gradisce, dimostrandolo con tante risate ed applausi a scena aperta.

Bravissimi gli attori che formano il cast

C’è un cadavere in giardinoBravissimi gli attori che formano il cast. Miriam Mesturino e Sergio Muniz sono i coniugi Selvaggi. La Mesturino offre una performance solida e coerente, ha uno stile recitativo molto accademico, mentre Sergio Muniz, seppur ironico, divertente per il pubblico, offre invece una performance forzata ed innaturale, poco avvezzo alla recitazione.

Magistrale Maria Cristina Gionta che dà vita al personaggio della cameriera Berenice, una ragazza svampita, svitata, fuori di testa, molto sui generis che diverte molto il pubblico per i suoi modi goffi nel fare le cose. Valentina Maselli è molto azzeccata nel personaggio di Ruby, bravissima ed intuitiva come agente di spettacolo, ma molto sfortunata nel rapporto con gli uomini. Luca Negroni è l’ispettore Piccioni, goffo ma divertente, da poco lasciato dalla moglie. Giuseppe Renzo è ben compenetrato nel ruolo del giornalista ficcanaso e scorretto.

Una commedia godibilissima ben diretta da Silvio Giordani

C’è un cadavere in giardinoNell’insieme una commedia godibilissima, arguta, una farsa giallo-rosa, dove, oltre ai personaggi, diventano parte fondamentale del plot anche le porte che si aprono e chiudono, i campanelli, gli squilli del telefono e il citofono, ben diretta da Silvio Giordani. Da vedere.

Giancarlo Leone

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