Preferirei di no al teatro Manzoni

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Preferirei di no

Preferirei di no al teatro Manzoni. E’ ancora in scena, fino al 4 giugno, la pièce di Antonia Brancati, Preferirei di no, che vede protagoniste Ivana Monti e Maria Cristina Gionta.

Preferirei di no al teatro Manzoni

Preferirei di noE’ ancora in scena, fino al 4 giugno, la pièce di Antonia Brancati, Preferirei di no, che vede protagoniste Ivana Monti e Maria Cristina Gionta, magistralmente dirette da Silvio Giordani.

Il testo della Brancati mette in evidenza uno strano rapporto tra madre e figlia, che non è il classico conflitto generazionale, ma un forte scontro di idee e di concetto di moralità.

Preferirei di no – trama

All’apertura del sipario, la scena ci mostra una cucina-tinello di una casa di campagna, dove una donna di media età sta preparando e tagliando delle verdure, parlando da sola, come generalmente fa chi vive da solo. Fuori piove pesantemente e incessantemente e quando prova a telefonare si accorge che l’apparecchio non funziona per un guasto sulla linea, litiga con il gestore che prova a telefonare per cercare di riparare il guasto e la luce va e viene.

Preferirei di no – conflitto di idee tra madre e figlia

Preferirei di noQuel cattivo tempo rende umorale Teresa, questo il nome della donna, tanto più che è molto fragile e depressa. Cucinare, affettare verdure, preparare dolci e controllare il forno la rendono felice, perché le fanno sentire meno il peso della malinconia e della solitudine, che lei stessa ha cercato, estraniandosi da tutti e da tutto. Ma ecco che l’arrivo di una giovane donna, Diana, che all’improvviso irrompe nella sua casa, anche per ripararsi dalla pioggia, sconvolge l’equilibrio di Teresa che da anni si era creata faticosamente. Lei, pur considerandola una sconosciuta, l’accoglie normalmente, ma è impaziente perché le sta togliendo quella pace che ormai da tempo aveva acquisito.

Dopo aver cominciato a parlare, anche con uno scambio di battute agrodolci, ma anche divertenti, che ci fanno scoprire anche un passato in una casa di cure per malattie mentali, per aver sparato al marito, Diana scopre che quella donna è sua madre che non vedeva forse da più di vent’anni.

Le due donne hanno caratteri diversi 

Preferirei di noLe due donne hanno caratteri diversi: Teresa, pur essendo una donna di campagna, è colta, indipendente, schietta anche se dura, ma dotata di un sottile senso dell’umorismo. Diana, invece, è una donna cinica e pragmatica, schierata a fianco del padre, un uomo politico in forte ascesa. Non un gesto di affetto, un bacio, un abbraccio. Ma il tutto è dovuto per mettere in evidenza il rapporto conflittuale fra loro due.

Subito la giovane donna spiega il motivo della sua visita: il padre, a cui lei è legatissima, è candidato alla Presidenza del Consiglio e il suo manager vuole proporre un quadretto familiare rassicurante, felice perché la candidatura faccia il suo corso. Non avendo al suo fianco la moglie, bisogna rendere di dominio pubblico un’intervista dove la moglie possa decantare tutte le qualità e i pregi del marito. Ma Teresa, ben conoscendo il marito, non vuole fare dichiarazioni false, che non sente perché ipocrite.

Lo scontro fra le due donna si fa rovente

Preferirei di noDiana, disposta a tutto, propone una registrazione casalinga. Ha cercato la madre proprio per questo, perché si venga a creare quel quadretto familiare, affinché il padre abbia quel successo politico. Le due donne cominciano a discutere, vengono fuori i due differenti caratteri. Teresa, ormai abituata a vivere in solitudine, ha acquisito capacità di analisi, attitudine all’introspezione, ironia e sarcasmo. Assolutamente non vuole assoggettarsi a quella falsità che la campagna elettorale le impone.

Lo scontro fra le due si fa sempre più rovente, così da parte di Teresa emergono motivazioni ideali e da parte di Diana motivazioni opportunistiche. Teresa è onesta, rigida, con le idee chiare tanto che anni prima sparò al marito perché sapeva che il tutto sapeva di ipocrisia, mentre Diana è calcolatrice, cinica, sostenitrice della scalata politica del padre, privo di scrupoli, che farebbe qualsiasi cosa pur di vincere.

Due donne con opposte visioni della vita

Preferirei di noLo scontro si fa ancora più duro, e mentre Teresa tira anche fuori una pistola per difendere la sua onestà, Diana è pronta a tutto, ma non otterrà quell’intervista e se ne andrà sconsolata. Ognuna rimane della sua idea, ovviamente divergente: Teresa si vergogna di quel marito arrampicatore, mentre Diana vede il padre come un idolo.

Un cast all’altezza di questo bel testo

Preferirei di noIvana Monti è molto brava, magistrale, impareggiabile, ma anche ironica, ben calata nel ruolo della madre, capace di fare scelte difficili e coraggiose. Ottima anche Maria Cristina Gionta, ormai una stella, una piccola celebrità nel panorama teatrale, che ben coadiuva nei dialoghi di spessore la Monti.

La sapiente regia di Bruno Giordani

Preferirei di noGiusta e raffinata la regia di Silvio Giordani, buona la romantica scenografia di Mario Amodio, che dietro una bella vetrata scorrevole lascia intravedere una verdeggiante foresta. A sminuire, stemperare la tensione fra le due donne, il sax di Vittorio Cuculo, che suona dal vivo, dietro un velatino, quando la scena è in ombra. Preferirei di no, una pièce da vedere, imperdibile.

Giancarlo Leone

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