Intervista a Claudio Gallo coautore della biografia di Emilio Salgari

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Intervista a Claudio  Gallo autore con Giuseppe Bonomi della biografia Emilio Salgari – scrittore di avventure  per Oligo editore.

Intervista a Claudio Gallo coautore della biografia Emilio Salgari

Salgari come nessun altro scrittore del nostro paese sapeva creare storie, eroi e scenari avvincenti”. Quanto è ancora attuale e insuperabile la sua scrittura?

La narrativa salgariana ha un carattere universale, recepibile ben oltre i confini nazionali. I suoi romanzi  spiega Claudio Gallo – proposero un’esperienza narrativa nazionale che a fine Ottocento non aveva avuto possibilità di affermazione. Poco incline alle riflessioni poetiche, al saggio, ma conscio del proprio ruolo, grazie alle sperimentazioni del Movimento Scapigliato di cui aveva fatto tesoro, Salgari introdusse il romance, per spiegarci quello di Robert Louis Stevenson, che conquistò il pubblico e modificò l’assetto e le strategie di numerose case editrici. Si può discutere il suo stile – aggiunge –  ma è unico e non imitabile. Oggi alcuni dei suoi romanzi sono pubblicati da tutte le grandi case editrici italiane”. “Salgari è un classico della Letteratura Italiana. La lotta tra Bene e Male, Amore e Odio, Solidarietà e Vendetta, Vittoria e Sconfitta, Coraggio eViltà, Crudeltà e Generosità – conclude – sono temi universali, quasi shakespeariani, sempre presenti nella sua personalissima poetica”.

Secondo te qual è la differenza principale tra Salgari e Stevenson?

Domanda imbarazzante amandoli entrambi. Tutti e due sostengono la la dignità, l’originalità e la qualità del romanzo di avventura, appunto ‘romance’, ma affondano le loro radici in contesti diversi, per la lingua e le fonti letterarie. Una diversità è evidente Salgari: il melodramma riproposto in forma letteraria. I Stevenson è forte anche la componente fantasticao-inquietante (si veda l’insuperabile Jekyll e Hyde) contenuta, ma non esclusa, nelle opere dello scrittore veronese”.

 

Claudio Gallo coautore della biografia Emilio Salgari

Com’è stato il lavoro a quattro mani con Giuseppe Bonomi? E’ la prima volta che scrivete insieme?

No, è tanto tempo che lavoriamo insieme. Procediamo come I Wu Ming; uno scrive l’altro corregge e così via sino alla fine. Scriviamo saggi però non romanzi”.

La biografia è particolareggiata ed emergono documenti inediti. E’ rigorosamente aderente alla realtà, o vi siete concessi anche qualche “digressione romanzata”?

In una biografia occorre raccordare i vari elementi, dare un ordine al lavoro, in questo ambito la scrittura è nostra. Ma ogni passaggio che riguarda la vita o l’opera di Salgari ha all’origine un fonte e/o um documento. Non abbiamo voluto romanzare. Volevamo fa conoscere e apprezzare l’uomo e lo scrittore superando le infinite leggende che purtroppo continuano a essere diffuse. Poi nulla è perfetto”.

 

La biografia inizia col suo ultimo viaggio e il suo arrivo in una bara gialla a Verona. Che impressione ha fatto la sua morte violenta all’opinione pubblica e al mondo editoriale?

Del suicidio ha parlato ampiamente la stampa del tempo senza però i necessari approfondimenti, forse per rispetto all’autore. Il mondo editoriale perse uno scrittore moderno e innovatore che avrebbe potuto offrire ancora molto.  Tuttavia sono le lettrici, i lettori, giovani e no, a manifestare il loro affetto come si può constatare dalla partecipazione ai due funerali (nel 2011 a Torino e nel 1912 a Verona) e dalle straordinarie sottoscrizioni promosse in tutta Italia sostenute dalla generosità dei suoi ammiratori”.

 

Nel privato che uomo era Salgari? Oscuro e difficile nei sentimenti?

Sappiamo davvero poco della vita privata di Salgari. Mancano testimonianze e documenti. Possiamo solo intuire le difficoltà incontrate nella vita di copia negli ultimi anni della sua vita e rilevare che la scrittura era la sua vita e non avrebbe saputo rinunciarvi. Forse qui si può intuire una ragione del suo suicidio”.

Emilio Salgari – scrittore di avventure- per Oligo editore

Che rapporto ebbe con gli ambienti culturali del suo tempo?

Era un lettore onnivoro. Conosceva Poe, London, Stevenson, Dumas, i grandi classici italiani… Ha lavorato in case editrici importanti con altri scrittori come Capuana, Perodi, Di Giacomo, Vamba… Abbiamo inserito un piccolo capitolo con numerose recensioni, a cominciare da quella incoraggiante di Grazia Deledda. Forse preferiva vivere un po’ in disparte ma il mondo letterario e  le grandi correnti del tempo (Orientalismo, Scapigliatura, Positivismo…) non gli erano estranee”.

 

Crovi e Milano regalano due personali contributi, per te in poche parole chi era Emilio Salgari?

Uno scrittore che ha segnato la storia della Letteratura Italiana e ha contribuito a forgiare l’immaginario collettivo tra Otto e Novecento. Ancora oggi interessante”.

Che i suoi viaggi fossero solo sulla carta è una verità assodata?

Studiava e si informava. Ma nessun viaggio è mai stato documentato, anche se in lacune biografie gliene vien attribuito uno da Venezia e Brindisi in età giovanile. Viaggi sulla carta geografica supportata nozioni naturalistiche e ambientalistiche. Per rendere meglio l’idea ricorro a una citazione da Claudio Marazzini ed Elisabetta Soletti che anni fa hanno avuto l’esclusiva possibilità di vedere le carte dello scrittore: ‘La lettura [delle carte] suggerisce invece l’immagine di uno scrittore appassionato di scienze naturali, teso con inesausta curiosità ad ordinare, catalogare. Non gusto esotico accompagnato da superficiale informazione […] ma mentalità pienamente positivista che non trascura nulla e parte dal più elementare per arrivare al più complesso’”.

Che rapporto ebbe con Verona e Torino?

Un rapporto difficile. A Torino visse in disparte.  A Verona visse un gioioso e vitale periodo di formazione. Poi, terminato l’esperienza giornalistica, dovette per diventare uni scrittore di professione rivolgersi altrove,  la sua città non offriva possibilità alcuna al suo talento narrativo. Le case editrici nazioni erano altrove e lui scelse Torino e per un po’ a Genova. Genova gli piacque non così Torino”.

Cristina Marra

 

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