Garage Stills al PAN di Napoli

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Garage Stills # 7-1-2015 Amsterdam

Il PAN di Napoli dal18 dicembre 2021 presenta la mostra Garage Stills di Jacquie Marie Wessels fotografa-artista di Asterdam, promossa dall’Assessorato alla Cultura. Si chiude il 13 gennaio 2022. 

La serie delle fotografie Garage Stils di Jacquie Marie Wessels è stata denominata Visionaria, meticolosa, perché documenta una realtà che va scomparendo, a causa della tecnologia computerizzata nei luoghi di lavoro che sta prendendo il sopravvento. Per realizzare questa serie, l’artista ha frequentato le autofficine di tutto il mondo, lasciandosi affascinare dalle forme e dai colori e dagli oggetti naturalmente a lei non noti, che si vedono nell’universo dei garage.

 

 

Dopo una attenta analisi ambientale la Wessels, crea sul posto le nature morte con gli elementi che ha a disposizione. Pur nella realtà che sta cambiando, con il suo apparecchio mette a fuoco gli utensili e gli oggetti, in una realtà in dissolvenza, in autofficine in cui immaginare anche per la presenza di vi lavora, o vi lavorava, Un mondo solo al maschile.

 

 

Qui a Napoli lo sguardo attento dell’artista si è posato su dettagli che in altri luoghi non poteva trovare, come ad esempio i riferimenti alla figura dei vari santi che flettere sullo sguardo, che ha una straniera quando osserva il Paese Italia su una città del Sud come Napoli e su un frammento di tempo sospeso.

E anche cosa la Wessels vuol dire inseguendo passo passo, un ambiente dove la presenza umana non è ancora stata sostituita da quella  tecnologica?.

 

 

Se il mondo di ieri pian piano va scomparendo, solo mediate la fotografia si potrà ricordare il patto che lega l’uomo al territorio, attraverso un racconto di un’umanità che lotta contro la scomparsa di una memoria anche visiva. La mostra presenta circa 30 foto di Garage Stils realizzate con una fotocamera analogica.

 

 

La Wessels non limita il suo intervento alla mera documentazione, non intende aderire precisamente ai fatti oggettivi registrabili, inequivocabili e quindi alla fotografia documentaristica. Il suo è un procedimento mediante cui la tecnica stessa della fotografia, s’incrina perché l’analogica di JacquieMarie è mossa dalla volontà di esercitare uno spostamento che alteri le cose e sugli oggetti; che vengono tutti riposizionati, restituiti a una dimensione di “natura morta”, un carattere questo che appartiene al dna olandese e fiammingo.

 

E’ questo metodo di scatto che fa della Wessels un’artista a tutto tondo. Con un chiaro rimando alla tradizione fotografica del paese nordico dal quale proviene, le sue foto raccontano quanto la tecnologia computerizzata possa divenire veicolo di perdita e smarrimento di memoria, e con la loro reiterazione in medio formato “costringono” lo sguardo su una dimensione altra e solo apparentemente antiquata, che racconta invece del passaggio dell’uomo che lavora, oggi, in un luogo oramai disumanizzato.

 

 

Infatti, nelle parole della curatrice Marina Guida si legge come: “questi dettaglio, forse sconosciuti ai più, siano capaci però di ricomporre nella mente un’immagine talmente forte, tale da riportarci ancora una volta, in un contesto che pare collocarsi fuori dal tempo, seppure in una temporalità attuale e riconoscibile”.

 

 

La curatrice ha spiegato: “Le fotografie si equiparano a quadri astratti a metà tra mondo reale e immaginario. Un felice connubio tra realtà e astrazione, momento presente e memoria; a cavallo tra il particolare dell’oggetto e l’universale della storia, tra pittura astratta e fotografia tra visione poetica e indagine antropologica, tra osservazione e rivelazione, e si presentano come dispositivi della psicologia della Società meccanica che sta inesorabilmente scomparendo”.

 

Oltre alla serie Garage Stils sono proposte in mostra lavori della serie fotografiche precedenti come CityScapes e la nuova serie Fringe Nature.

Le opere della Wessels, sono state esposte in tutto il mondo e fanno parte di varie collezioni private e museali. Tra queste si citano quelle al   Rijskimujseum di Amsterdam, al Huis –Marseille Museum della fotografia di Amsterdam, e al Surinaams Museo di Paramaribo (Suriname).

Savina Fermi

 

 

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