Un Romano a Roma al teatro Anfitrione

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Un Romano a Roma al teatro Anfitrione. E’ in scena fino al 21 novembre, il nuovo e divertente spettacolo di Pietro Romano, da lui ideato, diretto ed interpretato, Un Romano a Roma. L’one man show presenta il panorama artistico attraverso il quale l’attore romano, esprime la propria vis comica, attingendo ai più grandi Maestri del Teatro italiano. Con lui sul palco il Maestro Roberto Colavalle

Un Romano a Roma al teatro Anfitrione. E’ in scena fino al 21 novembre, il nuovo e divertente spettacolo di Pietro Romano, da lui ideato, diretto ed interpretato, Un Romano a Roma. Questa volta, a differenza degli altri suoi spettacoli, l’attore romano dismette maschere e costumi dei personaggi, per indossare i suoi.

Un Romano a Roma al teatro Anfitrione

 

In Un Romano a Roma questa volta prevalgono una serie di omaggi a grandi personaggi che ci hanno lasciato da tanto o da poco tempo. Infatti lo show comincia con un omaggio a Gigi Proietti, ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta lo scorso 2 novembre 2020, con lo stesso brano che cantava lui stesso nello spettacolo, ormai un cult, A me gli occhi please: Nun me ne scordo mai.

 

Lo show di Pietro Romano inizia con un omaggio a Gigi Proietti

 

Dopo un omaggio a un altro grande romano, Ettore Petrolini, ancora un altro cavallo di battaglia del Maestro Proietti, che tanto ha divertito il pubblico presente in teatro, che sapeva a memoria le battute fatte da Romano, che poi erano quelle di Proietti: ecco il suo divertente personaggio di Pietro Ammicca, con le sue proposte di affari.

 

 

Irrinunciabile un altro doveroso omaggio ad Alberto Sordi

Irrinunciabile un altro doveroso omaggio ad Alberto Sordi con un brano di Migliacci, musicato da Claudio Mattone: E và e và. Per non parlare di un altro grande, Aldo Fabrizi: Pietro Romano ha interpretato uno suo sketch che lo rese famoso, quello de Il cameriere, per poi regalarci, facendoci sognare, il meraviglioso brano scritto da Garinei & Giovannini sulle note del Maestro Armando Trovajoli quando cantava nei panni di Mastro Titta nel Rugantino E’ bello avè ‘na donna dentro casa.

 

Un altro storico monologo della tradizione romana ha chiuso il primo atto: Er fattaccio, scritto da Amerigo Giuliani ed un toccante brano tratto da Gaetanaccio di Luigi Magni: Me viè da piagne.

Eccoci al secondo atto dove Pietro Romano, cantando con il Maestro Roberto Colavalle, con lui sul palco, ha voluto rendere omaggio a due comici un po’ dimenticati, genuini e mai volgari: Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

 

Prendendo in prestito la sigla di un loro programma televisivo di successo, Drim, ci hanno deliziato con il brano E mi pareva strano. Il tempo di un piccolo cambio di scena, ed ecco che appare sul palco, tutta di rosso vestita, una signora bionda: chi è costei? Ma è Raffaella Carrà, non proprio lei, ma Pietro Romano che, con una parrucca bionda, si lancia in un personale e divertente Tuca Tuca, ballandolo con uno spettatore scelto a caso tra i presenti in teatro: un momento molto divertente, ma anche nostalgico per ricordare quella che è stata, fino allo scorso 5 luglio, data della sua scomparsa, la Signora della Rai, della Televisione Italiana.

 

Un omaggio a Totò

 

Ma gli omaggi non sono terminati: ecco quello al “Principe della risataAntonio De Curtis, in arte Totò, con Malafemmena e una versione teatralizzata de A livella. Siamo al finale: un altro brano del grande Proietti, La vita è ‘n’osteria e come ultima sorpresa, Nun je da’ retta Roma, brano tratto dal film Tosca, scritto da Luigi Magni e il Maestro Trovajoli.

 

Uno spettacolo imperdibile

Questo Un Romano a Roma è uno spettacolo senz’altro da non perdere, per la bravura del grande, magistrale Pietro Romano, un comico doc eccezionale che, con le sue mille e variegate facce e con le battute al fulmicotone riesce sempre a coinvolgere la platea, facendosi amare e stimare dal pubblico che ormai da anni lo segue nei suoi spettacoli.

Giancarlo Leone

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