Momix, tra danza e illusionismo

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Al Teatro Olimpico di Roma, fino al 1° marzo, ritornano dopo il successo dell’anno scorso i Momix, che quest’anno festeggiano i quarant’anni di storia, con Alice, il nuovo lavoro liberamente ispirato al capolavoro di Lewis Carroll.

Al Teatro Olimpico di Roma, fino al 1° marzo, ritornano dopo il successo dell’anno scorso i Momix, che quest’anno festeggiano i quarant’anni di storia, con Alice, il nuovo lavoro liberamente ispirato al capolavoro di Lewis Carroll.

 

 

La poetica visionaria e immaginifica del direttore artistico e coreografo Moses Pendleton è un bel connubio con le vicende straordinarie capitate alla piccola Alice, finita nella tana del Bianconiglio e catturata in un vortice di avventure fantastiche. Il cast, composto da sette danzatori, svela le sue performance tra un ruolo e l’altro portando in scena uno spettacolo diviso in due atti e composto da una ventina di coreografie.

Il coreografo Moses non vuole, ovviamente, raccontare l’intera storia di Alice, ma usarla come punto di partenza per dare libero sfogo all’invenzione.

 

 

Lo spettacolo inizia con Nella tana del coniglio dove nel primo atto vengono presentati al pubblico i personaggi più celebri della storia come il Biancomiglio, ma anche il Cappellaio matto, lo Stregatto, la Regina di Cuori e il Bruco. Tra immagini, visioni animate in videowall e magiche suggestioni si arriva al secondo atto, Oltre lo specchio, dove la piccola Alice si trova a fare i conti con sé stessa e con la meraviglia della fluidità con la quale il suo corpo ingrandisce e rimpicciolisce.

I Momix compiono un magistrale lavoro a livello coreografico ma anche interpretativo, le creazioni fra danza e acrobazie di Pendleton non risultano didascaliche, ma vanno a ricercare quella stilizzazione che è la firma della compagnia nei costumi, nel gioco di luci e ombre, nelle figure che compongono i corpi dei danzatori arricchite dalle musiche appartenenti a generi sempre diversi, sempre accattivanti.

Tutto è in divenire in Alice e la tensione al movimento caratterizza il lavoro dei danzatori così come lo spazio scenico, stupendo il pubblico e non lasciando quasi il tempo di respirare in un susseguirsi di meravigliosi effetti ottici, costruendo quei quadri suggestivi che sono una vera e propria goduria per gli occhi.

 

 

Alice è un’opera che merita di essere vista, senza pregiudizi, senza cinismo, ma solo con il desiderio di lasciarsi andare alle sensazioni, ritrovando quella capacità tipica dei bambini di emozionarsi di fronte alla pura bellezza.

Giancarlo Leone

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