Grandi cambiamenti per il teatro Quirino nella nuova stagione

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Grandi cambiamenti per il Teatro Quirino di Roma che, sotto la direzione artistica di Geppy Gleijeses e Guglielmo Ferro si prepara alla nuova stagione 2019-2020 con un ricco programma di spettacoli in prosa e balletto.

Quest’anno ricorre il decimo anniversario dal passaggio alla gestione pubblica alla mia gestione privata” – ha dichiarato con un pizzico di contentezza Gleijeses – “e questo passaggio ha reso il Quirino il primo teatro privato di Roma e il secondo in Italia, con un raddoppiamento degli abbonamenti. Questo successo è uno stimolo per un miglioramento sempre maggiore – ha continuato l’attore – in vista della celebrazione dei 150 anni dalla Fondazione del Teatro nel 2021 e degli eventi che seguiranno”.

 

Come dicevamo grandi cambiamenti, una sorta di restyling aspetta il Teatro Quirino. A parlarne, sempre nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo cartellone, Guglielmo Ferro, figlio del grande attore Turi Ferro.

 

 

Sono in programma lavori di ristrutturazione che riguarderanno il bistrot, la galleria, la platea con un perfezionamento della visibilità delle balconate e la sostituzione delle poltrone: il pubblico potrà contribuire attraverso iniziative come ‘Un aperitivo per la tua poltrona’ in abbinamento alla Card per gli abbonamenti. Si colmerà la distanza con il pubblico ha spiegato Ferro – così non ci sarà più quel divario tra il palco e gli spettatori in sala e verranno rispecchiate le scelte della futura stagione teatrale. Il teatro si fa in due: chi sta sul palcoscenico e chi è in sala. Questo è l’insegnamento di mio padre e di chi ha lavorato con lui, come Strehler”.

Una menzione particolare merita lo spettacolo, in scena dal 29/10 al 10/11:L’anima buona di Sezuan, di Bertolt Brecht, che vedrà protagonista e regista Monica Guerritore.

Questo testo vuole essere un omaggio a Giorgio Strehler, il grande regista ed attore che scelse l’attrice, allora sedicenne, per il ruolo di Anja ne “Il giardino dei ciliegi”. Ma parlando di L’anima buona di Sezuan, la Guerritore ha detto: “Vidi questo spettacolo nel 1981 a Milano e ne rimasi folgorata. E subito capii cosa fosse davvero il teatro. Quella sera mi fu chiara una frase che Strehler mi aveva detto: ‘Ricordati, il teatro è il racconto di un uomo che diventa racconto di tutta l’umanità’”.

“Shen Te è la protagonista della pièce ha spiegato – una favola sulla bontà e la difficoltà di metterla in pratica. Sulla terra scendono tre dei in incognito, trovano ospitalità da lei e in premio le danno il denaro necessario per aprire una tabaccheria, a patto che lei continui a praticare la bontà. Ma lei dovrà combattere con dei parassiti, pronti a portarle via quella tabaccheria. Così per mantenere fede alla promessa fatta agli dei – ha aggiunto – prende una seconda identità: di giorno sarà la buona Shen Tee, di notte diventerà Shui Ta, cugino immaginario e spietato”.

“Questo doppio ruolo mi piace, aspettavo da anni, ben 37 – conclude – di poter mettere in scena questo spettacolo. Il momento è arrivato. Si mette a confronto il Bene e il Male, dove è impossibile essere buoni in un mondo cattivo”.

Giancarlo Leone

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