Le nuove mostre alla GNAM

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Gregorio Botta Noli me tangere 2019 Courtesy l’Artista e Galleria G/ Bologna

Alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma sono aperte quattro nuove mostre. Si inizia dalle prime due che pur diverse arrivano allo stesso fine: Just Measuring Uncosciousness di Gregorio Botta e Each Secondo is the last di Maria Elisabetta Novella. Sono curate rispettivamente da Massimo Mininni e Ilaria Gianni.

Gregorio Botta
Orphelia’s Dream 2019 Courtesy l’Artista

 

 

Può sembrare strano che due mostre siano messe sullo stesso piano e abbiano entrambe il titolo derivato da una poesia di Emily Dickinson, ma sono due rassegne parallele che riflettono sulla fragilità della vita e sulla sua temporaneità, temi importanti per entrambi gli artisti che arrivano alla conclusione in modi diversi.

 

 

Gregorio Botta
L’Angelo (dettaglio) 2019 Courtesy l’Artista

Iniziando da Carlo Botta che sfruttando le pareti della galleria costruisce un viaggio esistenziale in 4 stazioni, partendo dalla stanza delle Gravitas dove dal muro spuntano decine di bacchette di vetro sulle quali dei sassi sono messi in equilibrio incerto. Questo numero di pietre sembra terminare su Sisifo, una scultura mobile che ha agli estremi una sottile barra di vetro che gira su se stessa e alle estremità c’è un sasso pesante e una coppa di cera. Sulla parte opposta quadri impagliati di cui l’ultimo è fatto di fogli trasparenti sparsi su un vetro e conduce alla stanza successiva, quella del Flatus, realizzati con garza, lino, veline, bruciati con sangue.

 

Gregorio Botta
Muta 2019 Courtesy l’Artista

Lungo il corridoio le nuove mostre gli esercizi di deposizione che sono piccole opere con veline di carta bruciati che divengono poi esercizi di stupore, arrivando alla stanza realizzata come un hortus conclusus a forma di chiostro popolato di opere che sono foglie bagnate di sangue, come è nel giardino affrescato dal Beato Angelico nel Noli me tangere, la bellezza della natura è unita al sacrificio con il sangue delle stigmate che diviene poi quello dei fiori nel prato. L’ultima stanza è dedicata all’acqua, all’esaltazione, e all’evaporazione. Qui è posta la grande installazione Abbi cura di me, che è formata da una moltitudine di vetri concavi colmi d’acqua, che si riflette sulla parete come un’ombra luminosa e che ha bisogno di essere sempre alimentata. Nella grande sala dove sono le opere di Maria Elisabetta Novello, c’è Machine dove un dodecagono di ferro ospita e protegge il mistero della vita, dove una   debole fiammella risulta inafferrabile.

Maria Elisabetta Novello
La Morte nella Vita-Vita Morte-La Vita nella Morte 2020 Courtesy l’Artista

Le opere della Novello costituiscono un percorso i cui lavori che investigano l’ideale di temporalità infinita, hanno alla base la modificazione. La sua ricerca inerisce la trasformazione visiva analizzando il tempo, scegliendo anche materiali particolari come cenere, carbone, polvere, impalpabili che però conservano le tracce del reale. Accoglie il visitatore la grande opera, MORTE VITA, LA MORTE NELLA VITA,VITA MORTE,LA VITA NELLA MORTE che si rifà ai versi di Carlo Michelstacdter Il canto delle crisalidi”, la grande scritta di cenere sul pavimento. Il gesto performativo compiuto dall’artista che trasporta la cenere da un punto all’altro, cancella e confonde le parole del testo, sovrapponendo simbolicamente la vita e la morte. Novello con questo gesto parla di circolazione eterna, secondo la teoria della temporaneità e riciclaraita del tempo.

Maria Elisabetta Novello
Sursum Corda azione 2017 Courtesy Galleria Fumagalli Milano

La Novello nella gande sala condivisa con Botta mette alle pareti un lavoro composto da fragili vetri infranti Istanti polveri piume e pietre messi vicino a prelievi di polvere raccolti dall’artista nel 2014, mentre con Sopralluoghi c‘è la metafora della fugacità della memoria nel presente. Sursum corda è un lavoro che inerisce le fondamentali azioni della vita: il respiro, il battito del cuore, le emozioni, questo attraverso rappresentazioni grafiche e registrazioni sonore.  Opera che vuole far riflettere lo spettatore con il suo inconscio portandolo alla considerazione sulla propria appartenenza nel mondo.

Due mostre quasi complementari che tutti possono comprendere.

Emilia Dodi

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