A Matera, il Museo di Palazzo Lanfranchi e nell’attigua chiesa del Carmine, dallo scorso aprile ha ospitato la mostra dal titolo Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500, a cura di Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana, Dora Catalano e co-prodotta dal Polo Museale della Basilicata e dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019. La mostra è rimasta aperta fino al 15 settembre 2019.

La mostra, come sostiene Marta Ragozzino, uno dei curatori, affronta in primo luogo il tema del “viaggio” che, non a caso, conduce proprio tra le sponde del Mediterraneo per raccontare in un modo diverso uno dei periodi più interessanti, ricchi e complessi della storia della cultura e delle arti.

In secondo luogo uno speciale “cambiamento di prospettiva” permette di guardare questo periodo, così indagato e conosciuto, da un’angolatura, completamente nuova: scegliendo l’ottica del “pensiero meridiano” e sperimentando una visione che mette al centro l’Italia meridionale, si rovescerà il punto di vista tradizionale su questo decisivo periodo della storia europea, permettendo un’articolata rilettura attenta al contesto storico e alla dialettica tra “centro e periferia.

Una storia fatta di contaminazioni culturali e scambi intensissimi tra le sponde del Mare Nostrum, in un secolo dove la scoperta del Nuovo Mondo, ha permesso il “dilatarsi” degli orizzonti.

Pertanto questa mostra è stata concepita come una stimolante rilettura di testimonianze culturali e scientifiche più diverse: dipinti, sculture, miniature, medaglie, oreficerie, maioliche, libri e stampe ma anche oggetti preziosi, carte geografiche, portolani, strumenti di navigazione con l’obiettivo di mettere a fuoco una storia originale, diversa da quella sviluppata nelle grandi capitali del centro e del nord, come Firenze, Milano, Venezia, Roma.

Tra i principali capolavori esposti due opere di Antonello da Messina, due tavole di Jacomart Baço, la superba Testa di cavallo di Donatello ; ed ancora il Busto di Carlo V del Montorsoli , oltre a Lotto, Pordenone, Paris Bordone, Polidoro da Caravaggio e Pedro Machuca.
Vittoria Severini