Pino Strabioli racconta Sergio Tofano

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Dal 19 febbraio è in scena al Teatro della Cometa di Roma uno spettacolo di Pino Strabioli, da lui stesso diretto ed interpretato, attraverso il quale l’autore, comico e regista marchigiano intende ricordare il grande Sergio Tofano, figura centrale nella storia del nostro spettacolo, attore brillante, primattore, illustratore, autore, regista, pittore che nacque esattamente.

Chi non ha stampato nella memoria il Signor Bonaventura? Il milione? Il bassotto? Questo mitico personaggio, che ha tenuto compagnia ad intere generazioni, nasceva 100 anni fa, nel 1917 sulle pagine del mitico “Corriere dei Piccoli”.

I Cavoli a merenda”, partitura per attore, burattini e musica, è una narrazione ironica e scanzonata, grottesca e divertita, tratta dalle opere del grande Tofano: piccole storie di vita più o meno quotidiana che sfociano nell’assurdo e che, con ironia e levità, denunciano l’aspetto surreale e folle della realtà.

 

Un accenno a Pino Strabioli: attore, autore, conduttore televisivo, regista teatrale che si divide fra piccolo schermo e teatro, che ha lavorato fra gli altri con Paolo Poli, Franca Valeri, Gabriella Ferri, Marina Confalone, Roberto Herlitzka, Piera Degli Esposti, Sandra Milo, Anna Mazzamauro, Pupi Avati, Citto Maselli, Patrick Rossi Gastaldi, Ugo Gregoretti, Italo Dall’Orto, Veronica Olmi, Marco Parodi, Saverio Marconi.

 

Lo spettacolo in scena al Teatro della Cometa fino al 3 marzo prossimo è caratterizzato da una molto corrente brillantezza accompagnata alla chitarra dalla mano esperta di Dario Benedetti e dai movimenti dei burattini comandati da Andrea Calabretta, componenti semplici ed efficaci di uno spettacolo che Strabioli conduce egregiamente interpretando personaggi apparentemente semplici, ma di grande efficacia anche a livello psicologico e di insegnamento, che inducono alla meraviglia.

 

Sono storie di vita quotidiana descritte con affascinante ironia, con la spontaneità che caratterizza uno Strabioli brillante ma che per esigenze di scena appare limitato nella loro descrizione che, malgrado “zippata“, induce lo spettatore a desiderare che ogni scena continui oltre i ristretti limiti di tempo.

 

Insomma, uno spettacolo attraverso il quale a molti di noi tornano in mente testi di una preziosità storica corredati da una interpretazione magistrale che fa risaltare, se mai ve ne fosse la necessità, l’importanza del teatro nella trasmissione ai posteri della vita di tutti i giorni, anche se descritta nella maniera ironica cara ad un grande interprete quale è lo Strabioli di oggi.

Andrea Gentili

 

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