Goran Trbulijan in mostra al Mambo di Bologna

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Goran Trbuljan Self Portrait6 1996 Fotografia b/n cm.46,5x58 edizione 3/2 prova d’artista Courtesy Collezione Andrea Righi ©foto Dario Lasagni

Al MAMBO Villa delle Rose di Bologna fino al 14 marzo 2019 c’è la mostra di Goran Trbulijan dal titolo “Before and After Retrospective” con un’ampia selezione di opere. La mostra promossa dal MAMBO è curata da Lorenzo Balbi e Andrea Bellini

Goran Trbuljan
Solo show at Gallery del Cavallino Venezia 1077 15 fotografie in b/b dimensioni variabili
( installazione) Courtesy l’artista ,Galerie Greg Podnar Berlino

 

La mostra di quest’artista jugoslavo che è la prima volta che espone in un luogo istituzionale italiano segue la strategia di voler far conoscere nuovi personaggi dell’arte attivi sulla scena internazionale. Per questo motivo c’è questa ampia retrospettiva che segue la linea di quella del Centre d’Art Contemporaine di Ginevra mettendo in evidenza tutte le fasi della sua carriera.

 

Goran Trbuljan
The fact that somebody os opportunity to make on exhibition is more important than
what is shown at that exhibition 1973 Serigrafia su carta cm.69×49 Courtesy l’artista e P420
Bologna © Foto Carlo Favero

 

L’artista nato nel 1948 pur inserito nel contesto politico della Repubblica Socialista non ha inteso adeguarsi al modernismo socialista degli anni post 1950 di tipo concettuale o New Practice Art che vedeva il riconoscimento della funzione dell’artista e dell’opera d’arte mettendo in discussione questi due assunti di matrice modernista per dedicarsi invece alla sensibilità post-moderna. La sua ricerca che si è inserita al limite tra arte e anti-arte, artista e non artista, è basata sull’analisi del sistema dei musei e delle gallerie e di come queste possano accettare qualcosa come arte. In effetti anche un semplice gesto può divenire strumento di critica del sistema artistico e sociale.

 

 

Goran Trbuljan
With this exibition I maintain continuity in my work 1979 Serigrafia su carta cm.60×85
Courtesy l’artista e P420 Bologna© Foto Carlo Favero

Così ogni gesto da lui dimostrato con Hole in the door del 1969 o alcune azioni temporanee compiute in forma anonima in uno spazio pubblico, fotografandole, possano essere definite opere d’arte per un artista sconosciuto, come con l’opera Anonymous street action del 1970. Questo per definire il suo percorso artistico. Nell’esposizione alla Student Cultural Center di Zagabria nel 1971 inizia il suo ciclo che durerà per dieci anni, come mostra-lavoro con l’esposizione di un unico poster “I do not want to shown any thing new and original “, seguito dalla sua firma che dimostra il suo rifiuto a essere considerato un artista in senso convenzionale.

Goran Trbuljan
Retrospective 1981 Serigrafia su carta cm.70×85 Courtesy l’artista e P20 Bologna ©Foto
Carlo Favero

Nella successiva mostra in luogo istituzionale come la Galleria d’Arte Contemporanea di Zagabria dove presenta due opere “The fact that somebody is given the opportunity to make an exhibition is more important that was is shown” del 1973 che è basata sul concetto di opportunità come condizione della produzione artistica, mentre With the exhibition I maintain continuity in my work del 1979 si riferisce al raggiungimento del successo con la continuità di un stile artistico. Nella prestigiosa galleria veneziana il Cavallino nel 1977 l’artista presenta la serie di stampe fotografiche Exhibition views at Gallery del Cavallino Venice che riproducono le copertine ingrandite di alcuni cataloghi pubblicati dalla stessa galleria.

Goran Trbuljan
150 libri realizzati a mano dimensioni variabili 2010-2013 Courtesy l’artista e Galerija
Podnar Berlino ©Dario Lavagna

Con questo, modificando il nome, pubblicandone in catalogo la storia di produzione anziché descrivere la propria carriera, GoranTrbuljak, ha voluto far riflettere su come questa galleria sia imparziale e cambi lo status dell’artista chiamato ad esporre. In seguito c’è la crisi interiore di un artista che è deciso a inserirsi nel mondo dell’arte. Quest’esposizione dimostra la grande varietà di mezzi espressivi del suo linguaggio pittorico e mette in luce la sua continua ricerca tra il rifiuto d’inserimento e la necessità di mantenere la difesa del gesto artistico e quindi la critica verso se stesso.

Emilia Dodi

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