Andy Wahrol al Vittoriano

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Allestimento mostra Wahrol di C. Renza foto Gianfranco Fortuna

Una grandiosa esposizione al Vittoriano Ala Brasini celebra il padre della Pop Art a novant’anni dalla nascita. Le opere sono 170 e riguardano tutto il periodo Pop dagli anni ’62 fino al 1987 quando è deceduto. E’ curata da Matteo Bellenghi con il patrocinio della Regione Lazio, prodotta e organizzata da Arthemisia Group con la collaborazione di Eugenio Falcioni & Art Motoris srl.

Andy Wahrol
Drag Queen 1975 Serigrafia su carta 94,9×74,9 c. Collezione privata Monaco(MOC) ©
The Andy Wahrol Foundation for the Visual Arts by SIAE 2018 per A. Wahrol

 

 

Le mostre sul creatore del movimento Pop si susseguono, ma questa di Roma ha come scopo di farlo conoscere inserito nei famosi anni ’60-70 del Novecento a dimostrazione di come le sue idee siano state recepite e trasferite non solo nell’arte, ma anche nella musica e di conseguenza in tutta la vita della New York che contava. L’allestimento con le sue luci e musica è certamente quello che Wahrol avrebbe desiderato. Notissimo il suo amore, quasi una forma maniacale. per la celebrità.

 

 

Andy Wahrol
Flowers 1964 Acrilico e serigrafia su tela 20,3×20,3 cm. Collezione Eugenio Falcioni, Monaco
(CM) The Andy Wahrol Foundation for the Visual Arts by SIAE 2018 for A.Wahrol

 

Il suo lavoro può piacere o meno, ma gli va dato atto della sua genialità quando già nel 1962 aveva inventato le serigrafie della serie Campbell’s Soap. Da artista che disegnava come grafico pubblicitario nei giornali, in breve tempo è divenuto un’icona dell’arte americana ed è colui che ha rappresentato il cambiamento epocale nell’arte del Novecento. Al contrario di quanto si suppone ha guardato all’arte del suo tempo senza atteggiamenti critici col concetto della riproducibilità dell’opera, mostrando come ogni oggetto in qualsiasi modo interpretato poteva assurgere a opera d’arte.

 

Allestimento mostra Wahrol di C.Renza foto Gianfranco Fortuna

Ha sempre negato che il suo lavoro fosse influenzato dalla politica, ma il suo pensiero che ogni oggetto comune fosse uguale nell’esperienza di vita tra ricchi e poveri in effetti era politico. Questo non vuol dire che approfittando della sua celebrità non abbia avuto frequentazioni con i personaggi del jet set e si sia in questo inserito divenendo l’artista dal quale farsi ritrarre. Amante dell’Italia si impegnò al tempo del terremoto di Napoli, prendendo spunto dal titolo del Mattino di Napoli creò una grande tela con lo scritto Fate Presto, e poi la serie Vesuvius del 1985 presentata a Capodimonte.

Allestimento Mostra Wahrol di C.Renza Foto Gianfranco Fortuna

Partendo dalle sue serigrafie, in mostra segue la serie delle polaroid con le foto di Marylin Monroe e altre attrici e quelle della Coca Cola. Divenendo in quegli anni il punto di riferimento della cultura di New York, soddisfò il suo bisogno di celebrità nei locali più in e con le star del momento anche musicali dei quali disegnò le copertine dei grandi album. La famosa Factory era frequentata dai più importanti cantanti e artisti del momento e al Vittoriano una sala è dedicata a questo. E poi il periodo dei fiori.

In effetti come scrive il curatore nel suo saggio al catalogo “Nell’universo Wahrol” passato e presente sono costantemente congiunti per la presenza delle sue opere sempre sulla cresta dell’onda”.

Emilia Dodi  

 

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