Facciamo finta che sia finita

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Facciamo finta che sia finita

Facciamo finta che sia finita. Al Teatro Le Sedie a Labaro (provincia di Roma) è andata in scena questa esilarante e surreale commedia di Andrea Pergolari (anche Direttore artistico del Teatro).

Facciamo finta che sia finita

Facciamo finta che sia finitaFacciamo finta che sia finita. Al Teatro Le Sedie a Labaro (provincia di Roma) è andata in scena l’esilarante e surreale commedia di Andrea Pergolari (anche Direttore artistico del Teatro), Facciamo finta che sia finita, che ha visto principalmente protagoniste Laura Sorel e Valeria Mafera. La regia è firmata da Angelita Puliafito.

La pièce inizia al buio 

Facciamo finta che sia finitaLa pièce inizia al buio. Siamo in un museo e ad entrare in scena sono un commissario chiamato in mille modi “Della Tonda”, “Della Ronda” con il suo fido assistente Bartucci. La polizia è stata chiamata perché sembra che in quel museo abbiano decapitato un uomo. Ma in realtà è tutto un equivoco: in realtà c’è stata una decapitazione, ma di una statua: hanno decapitato il busto di Luigi Filippo di Borbone d’Orleans.

Facciamo finta che sia finita – trama

Facciamo finta che sia finitaIl direttore del museo, chiarisce l’equivoco e i due poliziotti se ne vanno, ma poco convinti. Fatto sta che nel museo, c’è un serial killer che si diverte a decapitare le statue.Per alcuni minuti la scena rimane vuota: dopo una prima ispezione accade qualcosa di insolito. Due dipinti di due donne spiccano alla parete: sono Monna Lisa, la famosa Gioconda, e Maria Antonietta. Due donne che hanno un bel passato e che, come per incanto, cominciano a parlare nella notte, uscendo dai rispettivi quadri. Fra loro, pur essendo vicine “di parete” non si conoscevano.

Facciamo finta che sia finitaCosì parlano fra loro, si scambiano opinioni. Ma ecco che sul più bello tornano il commissario e il fido assistente. Sembra che il killer abbia fatto altre decapitazioni. Ma chi si aggirerà a fare scempio di statue? Sicuramente un personaggio molto pericoloso ma sui generis che si accanisce sulle opere d’arte esposte. Visto che è notte fonda, e nel museo ci sono solo i tre uomini e le due donne che prendono vita dai dipinti, chi sarà il colpevole? Ci troviamo di fronte ad una farsa macabra o ad una commedia brillante?

La pièce che ha ritmi incalzanti è una farsa poliziesca

Facciamo finta che sia finitaLa pièce dai ritmi incalzanti, con varie gag, siparietti e battute al fulmicotone, definita dal suo autore, Andrea Pergolari, “una farsa poliziesca che ricalca a tratti la commedia napoletana di Totò e Peppino, ma rinnovata nella scrittura”, ci spinge verso la sit-com americana con il suo epilogo.

Il mistero della decapitazione del busto prima e della deturpazione delle tele poi, catturerà l’attenzione sia della polizia che dei personaggi in scena. Si arriverà alla fine a risolvere il giallo (s’intuisce, forse, che sia stato a compiere questi gesti il direttore del museo, un tipo che alla fine si dimostrerà essere alquanto ambiguo). La serata sarà liberatoria e catartica per tutti i personaggi, anche per il direttore del museo. Ognuno, a modo proprio, riscatterà sé stesso e soprattutto cambierà la storia, almeno per una sera.

La commedia è divertentissima con un cast all’altezza

Facciamo finta che sia finitaFacciamo finta che sia finita è una commedia divertentissima, sui generis, per molti aspetti surreale, dove tutti gli attori sono ben compenetrati nei loro ruoli. Fra loro spiccano in primis Laura Sorel, nel ruolo di una Monna Lisa che parla napoletano, divertendo al massimo gli spettatori con le sue esibizioni, che più che una garbata Monna Lisa ricorda una sciantosa. Lei è magistrale, qualsiasi attrice napoletana ha sempre una marcia in più.

Facciamo finta che sia finitaOttimo anche il ruolo affidato a Valeria Mafera, che interpreta un’aggraziata e sensuale Maria Antonietta. Completano il cast della commedia, ben diretta da Angelita Puliafito, Gianluca Cecconello, Paolo Andreotti, Guido Goitre.

Giancarlo Leone

 

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