Molto rumore per nulla in scena all’Arena Globe Theatre

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Molto rumore per nulla

Molto rumore per nulla in scena all’Arena Globe Theatre. In questa sede, l’Arena Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti di Roma, fortemente voluta dalla Famiglia Proietti per il ventennale del Globe Theatre, fino al 30 luglio è in scena l’opera di William Shakespeare, Molto rumore per nulla. 

Molto rumore per nulla in scena all’Arena Globe Theatre

Stagione Globe 23-24All’Arena Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti di Roma, fortemente voluta dalla Famiglia Proietti per il ventennale del Globe Theatre, fino al 30 luglio è in scena l’opera di William Shakespeare, Molto rumore per nulla, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Loredana Scaramella. Risate e riflessioni per questa pièce del drammaturgo inglese.

Molto rumore per nulla racconta lo scontro tra mondo maschile e femminile

Stagione Globe 23-24Molto rumore per nulla è, tra le opere di Shakespeare, molto cara al pubblico poiché racconta, con leggiadria e maestria stilistica, lo scontro tra mondo maschile e femminile, offrendo allo spettatore una favola che unisce pura comicità a momenti di forte riflessione su temi universali: l’amore e la paura nell’affrontare i propri sentimenti, l’orgoglio che diventa allo stesso tempo muro di difesa e prigione, l’invidia che divora il cuore e vive dell’infelicità altrui, l’onore che difende le virtù ma non si rende conto della vera comprensione e compassione.

Molto rumore per nulla – trama

Molto rumore per nullaLa pièce è il racconto del cambiamento e della conoscenza di sé, delle dicotomie e contraddizioni di cui ogni personaggio si fa portavoce. Dove tutto sembra il contrario di tutto e in realtà lo è. A partire dal titolo stesso della commedia.

Il principe Pedro D’Aragona (Federigo Ceci) giunge a casa di un suo amico, Leonato (Giovanni Moschella). Qui Claudio (Matteo Vignati) s’innamora della figlia del padrone di casa, Ero (Mimosa Campironi) e i due decidono di sposarsi. Ma non sanno che Don Juan (Matteo Milani) sta tramando alle loro spalle per impedire il matrimonio. Conosciamo anche Benedetto (Mauro Santopietro), al seguito del principe e Beatrice (Barbara Moselli), nipote di Leonato che, per nascondere i loro sentimenti reciproci d’amore, battibeccano in continuazione, con battute taglienti e brillanti che appassionano e divertono il pubblico, che quasi oscurano la storia d’amore tra Ero e Claudio, una storia d’amore che sarebbe tragica se poi non venisse fuori la verità nuda e cruda.

Molto rumore per nulla: è il racconto del cambiamento e della conoscenza di sé

Molto rumore per nullaSpesso l’uomo tende a dare ascolto a voci magari infondate. Infatti Claudio, dopo aver bramato la voglia di stare con Ero e volerla a tutti i costi sposare, dubita dopo della castità della futura sposa solo per delle voci malfamate messe in giro. Irrazionalità prima e razionalità dopo. E infatti: molto rumore per nulla perché si vuol dar retta al lato più istintivo che è in noi, per poi, in un secondo tempo, ragionare e capire la distinzione tra realtà e finzione.

Molti sono i rumori, che finirebbero per dissipare nel nulla quella gioia luminosa che regna nella casa del governatore Leonato e tra i soldati al cospetto di Don Pedro D’Aragona di ritorno dal campo di battaglia.

Molti sono i sotterfugi e gli intrighi che come fili impercettibili muovono in variegate direzioni le vite dei protagonisti. Nullo è, invece, il tentativo di Benedetto e Beatrice di opporsi all’amore reciproco. Benedetto è l’immagine gemella di Beatrice, un Peter Pan attratto da una donna che è un guerriero e che gli propone un rapporto rassicurante, uguale, forse, a quello che è abituato ad avere con i compagni d’armi. Beatrice, invece, è una donna particolare, originale, una Queen Elizabeth in miniatura.

Molti rumore per nulla è una macchina teatrale perfetta

Molto Rumore per Nulla - Mauro Santopietro, Barbara MoselliPur non essendo padrona di nulla, parla con libertà a tutte le persone con cui ha a che fare. Tutto con lei si trasforma in motto di spirito, forgiato in una lingua paragonabile solo a quella di Benedetto, brillante e impertinente. Vana è la vendetta che Don Juan escogita, con l’aiuto dei suoi segugi Corrado (Ivan Olivieri) e Borraccio (Alessandro Federico), ai danni dei giovani amanti Ero e Claudio. Il tentativo stesso di distinguere il bene dal male e di riconoscere un unico genere in un’opera così complessa, ma anche ricca di comicità, tanto quanto di forte tragicità si traduce in un nulla di fatto. A conferma di una macchina teatrale che sa bene dove vuole arrivare, ma, nel contempo, non vuole svelare nulla, se non alla fine.

Ottimo il cast dello spettacolo

Ottimo il cast dello spettacolo, un mix di simpatia, di freschezza, di precisione e di grande accuratezza che rendono lo spettacolo molto coinvolgente e lo fanno apprezzare anche ai più riottosi. Come già abbiamo detto spiccano per bravura i due protagonisti Mauro Santopietro (Benedetto) e Barbara Moselli (Beatrice), che coppia. La Moselli affascina per la comicità di cui è capace.

Al loro “gioco di fioretto” si contrappongono i dolci amoreggiamenti di Claudio (il bravo Matteo Vignati) ed Ero (Mimosa Campironi), che con quel suo modo di fare così docile e puro fa sì che il suo personaggio sia molto gradito. Baldanzoso il Don Pedro di Federigo Ceci, mentre paterno e sereno il Leonato di Giovanni Moschella. Il cattivo Don Juan di Matteo Milani è credibile e intenso.

La scenografia, curata da Fabiana Di Marco, è semplice e basilare

Anche i personaggi minori sono importanti poiché risolutivi di tutta l’opera. Per ultimo, ma non per bravura, Carlo Ragone che ha costruito alla perfezione due personaggi completamente diversi: il musico Baldassare e il bislacco Corniolo (ufficiale di guardia). Con le sue due guardie smaschererà, tra strafalcioni linguistici e giochi funambolici, i malvagi. Sarà un elemento essenziale per sciogliere tutti gli equivoci che si sono creati, riportando la musica e la danza, con il Trio William Kemp, formato da Antonio Pappadà, alla chitarra, Mario Puorro alle percussioni e Felice Zaccheo al mandolino e liuto.

La scenografia, curata da Fabiana Di Marco, è semplice e basilare, ma è un perfetto ed equilibrato gioco di luci di Umile Vainieri e musiche a rendere la rappresentazione di grande qualità. Belli i costumi curati da Susanna Proietti.

Molti rumore per nulla è uno spettacolo gradevole

Nonostante la durata dello spettacolo, quasi 3 ore, tutto il cast non si è sottratto ad una pizzica finale collettiva che ha chiuso con sorrisi e danze una serata molto calda per l’afa estiva, ma anche spettacolarmente molto piacevole. Molto rumore per nulla, uno spettacolo gradevole, imperdibile. Da vedere senza ombra di dubbio.

Giancarlo Leone

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