Intervista a Andrea de Goyzueta

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Intervista a Andrea de Goyzueta

Intervista a Andrea de Goyzueta. L’intervistato è il  regista dell’opera teatrale Istigazione a sognare di Luigi de Magistris, nonchè attore teatrale e cinematografico, curatore e produttore teatrale, fondatore e presidente di Tourbillon Teatro.

Intervista a Andrea de Goyzueta

Intervista a Andrea de Goyzueta
Foto di Carlo Iavazzo

Intervista a Andrea de Goyzueta regista dell’opera teatrale Istigazione a sognare di Luigi de Magistris. L’ex magistrato ed ex sindaco, con questo testo, esordisce a teatro, nel salone di Palazzo Serra di Cassano, sede dell’istituto italiano per gli studi filosofici di Napoli. Scrittore, politico, ex sindaco della città partenopea, de Magistris si confronta col teatro civile e con la narrazione  di storie e vicende in cui la Costituzione italiana diventa l’anima e il collante dei tre momenti dello spettacolo.

Istigazione a sognareLa narrazione scevra da retorica o giudizi, adattata drammaturgicamente da Andrea de Goyzueta e Nicola Capone, è stata inframmezzata dagli interventi musicali di Helen Tesfazghi (voce), Paolo Sessa (pianoforte) e Paolo Fortini (percussioni) e da video clip di Carlo Iavazzo, l’editing è stato a cura di Guido MoleaAndrea de Goyzueta, è attore teatrale e cinematografico, curatore e produttore teatrale, fondatore e presidente di Tourbillon Teatro.

 

Andrea, com’è nata l’idea dello spettacolo e come si è costituito il gruppo artistico?

Intervista a Andrea de Goyzueta
Foto di Carlo Iavazzo

Con Luigi ne abbiamo cominciato a parlare nel marzo scorso. Sentiva la forte esigenza di veicolare riflessioni e analisi del nostro presente anche attraverso una forma espressiva diversa da quella a cui è abituato solitamente, e in cui provare anche a far interagire linguaggi diversi della creatività, della comunicazione e dello spettacolo. Leggendo i suoi libri e i non pochi testi che hanno ripercorso la sua vita da magistrato, mi sono reso conto che dietro la grande complessità delle vicende che lo hanno riguardato, c’era una possibile linearità drammaturgica nonché una serie di suggestioni, anche drammatiche, molto forti e di grande interesse e attualità. A queste si aggiungevano alcuni azioni politiche che de Magistris aveva intrapreso durante la sua esperienza di sindaco di Napoli; azioni assolutamente originali e di rottura (come la vicenda delle assunzioni delle maestre e del caso delle coppie omogenitoriali) che già conoscevo in quanto abitante informato della politica napoletana”.

Intervista a Andrea de Goyzueta“Vicende che potevano essere legate, anche drammaturgicamente, da un unico comune denominatore, cioè la Costituzione italiana, che è la vera protagonista del nostro spettacolo e da cui, mi sento di dire, parte la reale necessità di Luigi di cimentarsi in questa esperienza: non tanto il racconto fine a se stesso della sua vita, quanto la narrazione – attraverso la sua storia personale, che è allo stesso tempo costellata di vicende pubbliche che riguardano tutto un paese – di quanto possa essere viva la carta costituzionale se fosse realmente attuata e non costantemente attentata. Da qui la nascita del gruppo artistico a cominciare da Nicola Capone, filosofo del diritto, compagno di tante battaglie civili e di tanti progetti culturali, molto sapiente nella costruzione di composizioni artistiche complesse, con il quale abbiamo lavorato a un adattamento drammaturgico che potesse avere una sua coerenza anche con l’innesto di estratti di brani dei grandi padri costituenti, come Piero Calamandrei, e la scelta dei brani musicali. E ancora Carlo Iavazzo, bravissimo fotografo e video maker conosciuto in questi anni di intense sperimentazioni di politiche culturali sul territorio napoletano, che ha curato i video. E infine il comparto musicale composto dalla cantante Helen Tesfazghi, dal pianista e compositore Paolo Sessa, autore dei respiri musicali dello spettacolo, e dal percussionista Paolo Forlini: cantante e musicisti non solo di talento e professionalità, ma anche di grande generosità e umanità, una componente che si è rivelata fondamentale per la riuscita del lavoro”.

Il teatro civile in Italia che riscontro ha?

Credo sia un tipo di teatro che non perde mai di interesse; il teatro di narrazione è una forma antica, da sempre un po’ connaturata alla vita degli esseri umani. In Italia poi abbiamo grandi artisti in questo campo come Paolini, Baliani, Curino, EniaNel nostro caso, si tratta più di un’idea di teatro di testimonianza portata avanti da una persona, Luigi de Magistris, che non è un attore, ma che ha una grandissima carica comunicativa”.

 

Esordire nel palazzo storico dell’istituto degli studi filosofici che emozione ti ha trasmesso e che valore in più ha dato a Istigazione a sognare?

Intervista a Andrea de Goyzueta
Foto di Carlo Iavazzo

In effetti esordire a Palazzo Serra di Cassano ha assunto anche un valore simbolico per lo spettacolo; il palazzo è di uno dei luoghi della rivoluzione napoletana del 1799, il suo portone storico, quello che dà verso Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, fu chiuso più di 200 anni fa (lo è ancora oggi) in segno di protesta contro la corona che giustiziò i più grandi intellettuali repubblicani dell’epoca. La sua storia e la sua energia sono sinonimo di risveglio civile, così come l’Istigazione a sognare vuole essere un messaggio volto alla partecipazione collettiva contro l’indefferentismo politico.L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è da decenni uno dei centri di cultura più importanti al mondo, come ci diciamo spesso con il presidente Massimiliano Marotta, “l’istituto ci è padre e madre”, è il frutto di grandissimi sacrifici, e dunque è compito un po’ di tutti noi di prendercene cura”.

 Regista e anche voce dal vivo dei brani di Calamandrei, l’attore de Goyzueta non poteva mancare.

Intervista a Andrea de GoyzuetaI brani sono tratti da ‘Uomini e città della Resistenza. Discorsi, scritti ed epigrafi’ di Piero Calamandrei. Sono il nostro punto di contatto con la Resistenza, e soprattutto con quella particolare dinamica per cui in maniera spontanea e collettiva uomini e donne di quel tempo, sentirono l’esigenza di adunarsi da sé senza necessariamente ,sentire il richiamo di un capo. Dovevano essere dei brani registrati, alla fine ho preferito leggerli ‘in diretta’ per stare in connessione con i compagni di scena e con il pubblico. Diciamo che l’indole attoriale alla fine prevale sempre..”.

Cristina Marra

 

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