Uno, nessuno, centomila al teatro Quirino

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Uno nessuno centomila al Quirino

Uno, nessuno, centomila al teatro Quirino. L’ultima opera di Luigi Pirandello, è in scena per la regia di Antonello Capodici, fino al 15 gennaio con protagonisti Pippo Pattavina e Mariangela Bargilli.

Uno, nessuno, centomila al teatro Quirino

Uno nessuno centomila al QuirinoUno, nessuno, centomila al teatro Quirino. Questo teatro ospita un lavoro di Luigi Pirandello che i critici ritengono rappresenti la ‘summa‘ del suo pensiero in ordine ai temi dell’Essere, dell’Apparire, oltre che sulla Società, l’Individuo, la Natura, la Forma. Lo stesso Autore lo definiì a suo tempo, come il “romanzo più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita“.

L’ultimo lavoro di Luigi Pirandello

Uno nessuno centomila al QuirinoIn palcoscenico una sequenza continua di siparietti, si susseguono per descrivere la complessa personalità del protagonista, Vitangelo Moscarda, che la moglie chiama Gegè, e la consorte che riveste il ruolo di colei che provoca lo sconvolgimento mentale del marito, semplicemente facendogli rilevare alcune leggere imperfezioni nel viso e nel corpo. Si tratta in effetti di una pluralità di luoghi che vogliono rappresentare il pensiero sotteso dell’autore, che in tal modo intende descrivere le furie, che lo hanno assalito dopo i superficiali rilievi della moglie che, alla fine, lo porteranno prima in prigione, poi in ospedale ed infine, da pazzo bipolare che era diventato, in manicomio.

In scena la coppia formata da Pippo Pattavina e Mariangela Bargilli

Uno nessuno centomila al QuirinoInterpreti in scena sono un veramente accattivante Pippo Pattavina che veste i panni del figlio del ricco banchiere Moscarda che, morendo, gli lascia in eredità tutti i suoi sostanziosi averi. La ricchezza non acquisita lavorando, gli provoca, per il dolce far niente, momenti di pazzia che inducono in lui uno sdoppiamento plurimo di personalità, sostituendo ad esso stesso una sorta di avatar, che agisce con lui e contro di lui. A latere il personaggio della moglie Dida, una splendida Mariangela Bargilli nei panni sia della moglie, che dell’amante Maria Rosa, in maniera molto professionale e colma, di evidente femminilità.

L’attenta regia è di Antonello Capodici

Uno nessuno centomila al QuirinoIl lavoro, in due atti per la regia attenta e professionalmente accorta di Antonello Capodici, che terrà il palcoscenico del Teatro Quirino fino al 15 gennaio prossimo, si snoda inducendo nello spettatore l’impressione di assistere ad un qualunque feuilleton dei nostri tempi, ma, in effetti, é chiara l’intenzione della regia di mettere in evidenza una vasta rete di disturbi e nevrosi, sintomi di quel malessere sociale, che caratterizza la moderna società all’interno della quale si evidenziano i segni dell’istrionismo e dell’ego assoluto.

Uno nessuno centomila al QuirinoProprio ciò, che le interpretazioni dei due attori richiamati, traducono non soltanto in manie compulsive, ma anche in ansie di tutti i generi confluenti, in quel malessere psichico chiamato bipolarismo, che la odierna psicologia cura con tecniche appropriate, ma sconosciute al tempo di Pirandello. Così assistendo allo svolgimento del lavoro in scena, lo spettatore diviene un profeta del moderno relativismo, attraverso l’assimilazione delle manie compulsive portate abilmente in scena.

Un lavoro imperdibile

Uno nessuno centomila al QuirinoCi troviamo certamente di fronte ad un lavoro apparentemente di genere non proprio leggero, ma comunque interessante per i risvolti ed i significati, sottesi o meno, che un grande Pirandello, un grande regista come Antonello Capodici e due attori signorilmente eleganti, coadiuvati in scena da personaggi a latere, ma profondamente espressivi quali Rosario Minardi, Mario Opunato e Giampaolo Romania, lo rendono assolutamente imperdibile.

Andrea Gentili

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