Domenico Morelli. Immaginare cose non viste

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Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Domenico Morelli. Immaginare cose non viste allestimento della mostra foto di Adriano Mura

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste. La Gnam di Roma ospita sino al 23 gennaio una mostra di questo artista a cura di Chiara Stefani con Luisa Martorelli che permette di vedere parte del ricchissimo ed eterogeneo fondo del Maestro Morelli, insieme ad opere provenienti anche da altre istituzioni pubbliche o da collezioni private.

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Allestimento della mostra foto di Adriano Mura

A quasi settant’anni dalla Mostra di disegni allestita nel 1955 da Palma Bucarelli a Valle Giulia, Domenico Morelli (Napoli, 1823–1901) torna ad essere protagonista nelle sale Via Gramsci della Galleria Nazionale, come già lo era stato, nel 1907.

 

 

 

In esposizione trenta dipinti e nove sculture di Domenico Morelli

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Domenico .Morelli Autoritratto

 

In esposizione una trentina di dipinti e 9 bozzetti, 9 sculture, un corpus di 48 tavolette a olio su legno con dipinti di paesaggio realizzati nella costa a sud di Napoli, un grande cartone a tecnica mista, e una cospicua selezione di 160 opere su carta, tra gli oltre 800 fogli appartenenti al fondo Morelli conservato dalla Galleria Nazionale.

La gestazione dei dipinti di Domenico Morelli è un processo di continuo ripensamento delle soluzioni compositive ideate, dopo un attento studio sul vero, i cui singoli elementi vengono analizzati più volte, prima di raggiungere la versione ritenuta ottimale.

 

 

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Allestimento della mostra di Domenico Morelli alla Gnam Foto di Adriano Mura

Molto ampia la gamma di strumenti utilizzati dall’Autore su carta, dove spazia dall’uso di grafite, al carboncino, sanguigna e pastello accompagnati in vari casi da lumeggiature a biacca, nonché dall’inchiostro bruno, spesso abbondantemente acquarellato, all’acquerello e alla tempera in varie tonalità.

 

 

Vasta la gamma di strumenti utilizzati dal Maestro su carta

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Allestimento della mostra di Domenico Morelli alla Gnam Foto di Adriano Mura

Per la prima volta dall’inizio del secolo scorso, viene mostrata al pubblico la tela del dipinto incompiuto Il trovatore tra le monache, ambita a suo tempo dal mercante francese Jean-Baptiste Michel Adolphe Goupil . Questa tela è stata oggetto di un apposito intervento conservativo, da parte degli allievi dell’Istituto Centrale per il Restauro.

Una serie di sculture in marmo, bronzo e terracotta di artisti dell’epoca – quali Alfonso Balzico,   Adriano Cecioni, Giovanni Focardi, Giacomo Ginotti, Achille D’Orsi, Vincenzo Gemito, Domenico Trentacoste, Giuseppe Renda, Mario Rutelli è messa in rapporto con i dipinti di Morelli.

 

 

Molteplici i soggetti scelti per la creazione delle sue opere

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Domenico Morelli Ritratto di donna in rosso

Varie opere su tela di altri pittori – Gioacchino Toma, Eduardo Dalbono, Achille Talarico, Gaetano Previati, Paolo Vetri -, e un pastello di Francesco Paolo Michetti, dialogano con le soluzioni compositive di Morelli. Il dipinto La leggenda delle sirene di Dalbono, viene esposto per la prima volta, a fianco della replica.

Dall’introspezione psicologica dei ritratti e dalle figure desunte dalla letteratura romantica europea, Morelli passa dalle ariose composizioni avvolte in un’aura di silenzioso mistero, alle tele dell’ultimo decennio del XIX secolo: il Cristo nel deserto, il Pater Noster (o Il discorso della montagna) e Gli amori degli angeli.

 

 

Tematiche religiose caratterizzano le sue opere

Domenico Morelli. Immaginare cose non viste
Domenico Morelli Tentazioni S. Antonio

Il dipinto con l’Imbalsamazione di Cristo anticipa, verso la fine del settimo decennio dell’Ottocento, gli scenari aridi e desolati de Le Marie che da lontano assistono alla crocifissione di Gesù (1898 ca.),del Giuda vede Cristo arrestato a Getsemani (1900), e del Cristo che veglia gli apostoli (1900). Sono metafore della debolezza fisica e della solitudine umana, oltre che prefigurazioni di una condizione esistenziale contemporanea.

Anna Camia

 

 

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