Storia di una capinera allo Stabile di Catania

0

Storia di una capinera allo Stabile di Catania. Il teatro di questa città inaugura il suo omaggio a Giovanni Verga, per i cento anni dalla sua morte, portando in scena la riduzione teatrale, dell’omonimo romanzo epistolare. 

Storia di una capinera allo Stabile di Catania. Sarà questa pièce, in programma dal 25 al 28 gennaio alla sala Futura, ad inaugurare l’omaggio del Teatro Stabile di Catania a Giovanni Verga, per i cento anni dalla morte dello scrittore. La riduzione teatrale dell’omonimo romanzo epistolare, curata da Rosario Minardi, è prodotta in collaborazione con Banned Theatre.

Storia di una capinera allo Stabile di Catania

Diretta da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi, la pièce è realizzata senza l’ausilio di musiche di scena, ma con l’uso di oggetti e le voci degli interpreti, che costituiscono il tappeto sonoro dello spettacolo.
Sono cinque gli attori sul palco: oltre alle stesse Ferrante e De Grandi, ci sono anche Giovanna Criscuolo, Federico Fiorenza e Massimiliano Geraci.

Storia di una capinera a Catania diretto da Valentina Ferrante e Micaela De Grandi

Nel romanzo Maria, giovane novizia, come quell’uccellino ferito – affermano le registe – si vede privata della vita e della libertà quando, allontanatasi momentaneamente dal convento a causa di un’epidemia di colera, assapora l’amore verso l’amico di famiglia Nino e per questo motivo viene costretta dalla sua matrigna a tornare tra le sue consorelle e a prendere i voti”.  “Maria – aggiungono – morirà pazza nei sotterranei del convento, dopo il tocco freddo di quelle forbici che le recisero i capelli, con quell’amore in corpo per il suo Nino, che avrà già sposato la sorella Giuditta, sempre per volere dell’algida matrigna”.

 

Il romanzo è anche una sentita denuncia della condizione delle donne nella società siciliana dell’800

Il romanzo, attraverso le lettere che Maria indirizza all’amica fidata Marianna, è anche una sentita denuncia della condizione delle donne nella società siciliana dell’800. Dove dignità e libertà venivano regolarmente calpestate, in un contesto familiare, che imponeva loro ogni scelta di vita.

Un romanzo quanto mai attuale

Quanto mai attuale – chiosano Ferrante e De Grandi – il romanzo nel raccontare l’avvento di un’epidemia e il conseguente stravolgimento della vita dell’epoca, che ha creato, così come crea ai giorni nostri, un forte impatto sulle coscienze, a volte risvegliandole, spesso intorpidendole”.

Buon teatro!

Redazione

Nessun commento