NASCE L’ATIP – ASSOCIAZIONE TEATRI ITALIANI PRIVATI

0

A quasi tre mesi dall’esplosione della grande pandemia Covid-19, il Settore Privato dello Spettacolo dal vivo denuncia in maniera decisa il proprio stato di crisi. L’emergenza sanitaria si è trasformata o peggio integrata con una altrettanto grave emergenza economica. Ecco così che è nata l’Atip, ossia l’Associazione Teatri Italiani Privati, ideata da Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro Sistina di Roma, con i rappresentanti di altri 14 importanti Teatri italiani.

Nonostante il grande sforzo compiuto dal Governo e dalle Istituzioni scientifiche e sanitarie per mettere a punto un piano che ottemperasse alle concrete esigenze e bisogni delle Imprese di Cultura e Spettacolo dal vivo, è stato messo a punto un protocollo di “riapertura” che risulta alquanto inconsistente e del tutto scollato dalla realtà operativa del settore. Il mondo teatrale, così come tutto il mondo dello spettacolo, è fermo.

Non si sa ancora bene cosa attende questo meraviglioso universo fatto di emozioni, passioni, quali saranno i protocolli di sicurezza, ma anche quale sarà l’atteggiamento psicologico da parte del pubblico. Intanto si può dire che la stagione teatrale potrà funzionare solo all’aperto, ma ancora non si sa bene come funzionerà, però, con la capienza ridotta per tenere le distanze fra gli spettatori.

Certo si dovrà lavorare molto per riguadagnare la fiducia del pubblico. Uno dei problemi dei locali per gli spettacoli sarà anche quello di essere economicamente sostenibili. Non basterà riaprire le sale dal prossimo 15 giugno, ma bisognerà riuscire a vendere più biglietti possibili per coprire tutte le spese. Molti artisti cominciano a risentire della crisi, ma non soltanto loro, anche tecnici, attrezzisti, truccatori, sarti, tutti rimasti senza lavoro e senza una prospettiva di ripresa. Ma, ne siamo certi, i teatri troveranno presto la forza di rialzarsi, e il pubblico tornerà numeroso ad applaudire gli attori.

Per questi vari motivi, dunque, i grandi Teatri Privati italiani hanno sentito l’esigenza di costituirsi nell’Atip, che vede come nucleo fondatore 14 grandi Teatri Privati sparsi in lungo e in largo per l’Italia, che da soli sviluppano in una stagione circa 2500 giornate di spettacolo dal vivo per un totale di oltre 2 milioni di biglietti venduti, per un volume di circa 50 milioni di euro. Ecco qui di seguito i 14 Teatri: Ambra Jovinelli (Roma); Augusteo (Napoli); Celebrazioni (Bologna); Colosseo (Torino); Geox (Padova); EuropAuditorium (Bologna); Lyrick (Assisi); Metropolitan (Catania); Morato (Brescia); Politeama (Genova); Quirino (Roma); Sistina (Roma); Teatroteam (Bari); Verdi (Firenze).

Servirà una presa d’atto da parte delle Istituzioni sul fatto che il comparto dello Spettacolo dal vivo dovrà restare inattivo almeno fino al pieno ritorno alla normalità. Fino a quel momento sarà impossibile per i Teatri Privati sopravvivere con le proprie risorse senza l’apporto di proventi derivanti dalla vendita di biglietti o da contributi statali a fondo perduto. L’Atip chiede anche di conoscere nel dettaglio i criteri di divisione del Fondo Emergenze Spettacolo e Cinema istituito dal decreto Cura Italia ed incrementato dal Decreto Rilancio, tra Istituzioni Pubbliche e Imprese Private. Si vuole conoscere la percentuale che verrà destinata agli Enti Lirico- Sinfonici, ai Teatri Pubblici, al settore Cinema e audiovisivo, rispetto a quella rivolta ai Teatri Privati.

Il Teatro Privato non può assistere senza intervenire al proprio collasso economico, vedendosi sopraffare da una “concorrenza” degli Enti Pubblici, che, forti del sostegno del denaro pubblico, annunciano la riapertura dal prossimo 15 giugno, come dicevamo, in spregio alle insostenibili limitazioni sanitarie imposte al settore.

Atip fa anche presente che l’eventuale chiusura delle Imprese di spettacolo private avrà come conseguenza immediata il licenziamento di molti lavoratori del comparto e dell’indotto. Senza una presa d’atto che per i Teatri Privati si debba già pensare alle fasi 3 e 4, si assisterà all’inevitabile chiusura di molte imprese del settore. Tra le altre richieste dell’Atip: il prolungamento di strumenti come la Cassa Integrazione in deroga/Fondo incremento salariale; il credito d’imposta sugli affitti fino a fine anno e abolizione dell’Imu per i mesi di inattività. E poi Art Bonus al Teatro Privato e defiscalizzazione dei biglietti acquistati per cultura e intrattenimento dal vivo per tutto il 2021; introduzione del tax credit. Riguardo ciò, Massimo Romeo Piparo, direttore del Teatro Sistina di Roma e ideatore dell’Atip ha dichiarato: “Per noi la Fase 2 non esiste. Noi siamo un altro mondo rispetto alle Fondazioni lirico sinfoniche o ai Teatri Pubblici. Viviamo dei biglietti venduti. Capiamo che il Comitato tecnico scientifico deve occuparsi di mille cose, ma dire che il 15 giugno, con le limitazioni indicate, si riapre è essere inconsistenti. Per questo diciamo: incontrateci”.

Giancarlo Leone

Nessun commento