Roma, la città storica, vista dalle donne

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Roma, dal “centro storico” racchiuso entro le Mura Aureliane alla “città storica” che si estende all’intero territorio comunale e abbraccia ogni periodo storico fino al Moderno e al Contemporaneo. Problemi e proposte di soluzione. Una visione al femminile. 

La “città storica” presa in esame è Roma e il punto di vista di “genere” è quello femminile. Una ventina di architetti, quasi tutti donne, iscritti all’Ordine di Roma e Provincia, il più grande d’Europa, si sono messi a tavolino e secondo il più classico dei modi, un laboratorio permanente di progettazione, hanno preso in esame la città storica sotto i più diversi aspetti, la mobilità, il recupero e riuso del patrimonio dismesso, i percorsi dell’accoglienza.

 

Non il solo centro storico racchiuso all’interno delle Mura Aureliane e Gianicolensi, riconosciuto nell’80 dall’Unesco patrimonio dell’umanità a cui si sono aggiunte le proprietà extraterritoriali della Santa Sede in città e S. Paolo fuori le Mura, ma la città storica che ingloba i valori dell’architettura moderna e contemporanea e quei luoghi che hanno un riconosciuto valore simbolico per la città. Roma antica ma anche quella cristiana, il Medioevo, il Rinascimento, il Barocco. Dal Colosseo al Palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR, da Piazza San Pietro alla Città Giardino di Montesacro, da Piazza del Popolo alle palazzine liberty di Ostia.

Per la prima volta nella storia dell’umanità, la popolazione urbana ha superato quella rurale”, scrive nell’introduzione Virginia Rossini, Vicepresidente dell’Ordine degli Architetti romani. Una situazione che richiede particolare attenzione per le criticità che tale primato comporta. In modo specifico per ciò che riguarda la vivibilità e la sostenibilità di un impianto urbano come quello di Roma stratificato su diverse epoche storiche che nel loro insieme costituiscono l’identità del territorio. Una realtà urbana in cui occorre saper coniugare il vecchio e il nuovo, l’antico e il moderno, le preesistenze del passato con il loro riuso adattato alle nuove  esigenze sociali.

Da molto tempo ormai, come si evince dai risultati degli innumerevoli summit mondiali sull’ambiente, le città sono le prime fonti d’inquinamento del pianeta con un forte impatto negativo sulla salute e sull’ecosistema. Città che sono cresciute in modo incontrollato, squilibrato, snaturando centri storici equilibrati e ricchi di beni culturali, tramutati spesso in agglomerati pseudourbani senza identità. Una condizione di degrado ambientale, globalizzato, che ha fortunatamente innescato un movimento di reazione, la richiesta di salvaguardia, protezione, valorizzazione dell’ambiente e delle città considerate come “ecosistemi urbani”.

L’analisi riguarda lo scenario urbano nel suo complesso e in modo specifico le grandi città come Roma in cui i servizi non sono tarati sulle esigenze delle persone, sui loro bisogni quotidiani. Che siano uomini, donne, giovani, anziani, bambini, disabili. Problemi molto complessi a Roma, una città cresciuta in modo disordinato e anomalo, in cui non sono stati messi al centro dell’attenzione i temi dei servizi, dell’ambiente, della mobilità, della cura e dell’utilizzo del generoso patrimonio storico. Ed ecco allora accanto all’analisi dei mali cronici dell’Urbe inserita fin dalla sua fondazione in un tessuto preesistente di etnie diverse le proposte operative nate dalla capacità critica e analitica tipica delle donne, scrive Renata Bizzotto docente alla Facoltà d’Ingegneria alla Sapienza.

Roma è una città “unica al mondo”, capitale politica, faro religioso dell’occidente, con un centro irripetibile che conserva una straordinaria raccolta d’arte e di architettura. Per tutto questo merita un’attenzione speciale. Il libro prende in considerazione le caratteristiche della città famosa nel mondo per la sua ricchezza culturale e monumentale, per la “grande bellezza” legata in gran parte ai fasti del passato, ma non solo. L’analisi è incentrata su quattro percorsi dell’accoglienza: religioso; archeologico, architettonico, artistico; dello shopping; politico.

Di ogni categoria sono state individuate le principali ragioni di criticità, proponendo soluzioni concretamente possibili. A partire da quello religioso, il più inadeguato alle esigenze della città. Si pensi al quartiere Prati che essendo molto vicino a San Pietro ha subito una graduale trasformazione sia delle destinazioni d’uso degli immobili, sia della tipologia dei negozi.  Basta guardare al numero di strutture ricettive sorte negli ultimi anni a in particolare all’esplosione dei B&B anche nel centro storico.

Si potrebbero, come scrive l’architetto Luisa Chiumenti, proporre percorsi alternativi, da un “turismo devozionale” in San Pietro a un “turismo archeologico” nell’area dei Fori Imperiali. Meglio a piedi oppure tramite piccoli bus elettrici da via della Conciliazione a piazza Venezia e all’area dei Fori con un occhio attento alle botteghe storiche che ancora esistono nella zona. Per i tanti amanti della bicicletta, tornata prepotentemente di moda, c’è la bottega di biciclette della Ditta Collalti nata nel 1899 a via del Pellegrino, dove tuttora si trova e per i collezionisti a via degli Orfani il centro artigianale Penne e regalistica di lusso, aperto nel 1893 da Emanuele Fetti. Senza dimenticare il buon bere e il buon mangiare all’Hostaria al Portico d’Ottavia famosa per il Frascati fin dal 1923.

Il libro La città storica da un punto di vista di genere passa in rassegna quello che è sotto gli occhi di tutti, dalle strade piene di buche ai marciapiedi sconnessi, dalla mancanza di servizi igienici, di ascensori e di scale mobili in molte stazioni della Metro, all’assenza di arredo urbano, di indicazioni stradali, di mappe delle poche piste ciclabili, alla totale anarchia della gestione del commercio ambulante, senza contare l’inefficienza dei servizi pubblici e soprattutto della raccolta dei rifiuti. Tutto concorre a rendere palese una situazione di gravissima crisi della città capitale della penisola che non raggiunge requisiti minimi di vivibilità.

Roma, lamentano le autrici della ricerca, è una delle poche capitali europee a non avere un proprio arredo urbano che la caratterizza, tettoie, panchine, cestini, parcheggi per le biciclette, indicazioni stradali, fontane. E allora ecco le soluzioni temporanee, i bagni chimici addossati alle mura, le moto sui marciapiedi, le transenne non si sa per cosa, i giardini invasi dalle erbacce. Senza contare il senso di abbandono che danno i monconi degli alberi abbattuti perché malati o mai potati.

Certamente il problema dei problemi a Roma è la mobilità. Le esigenze connesse al modo di vivere di oggi spesso non sono compatibili con la vita nella città storica. Che non può essere solo il luogo del lavoro, del turismo e degli acquisti, ma anche di chi ci abita stabilmente. Pensata e costruita per chi si muoveva a piedi, con i servizi a portata di mano, quando questi vengono meno e tutto diventa più faticoso viene abbandonata dai residenti. Il rischio è la “musealizzazione”, il suo contrario la “turisticizzazione”. Una città ad uso e consumo turistico.

E qui le proposte non mancano. Riorganizzazione del sistema di mezzi di trasporto turistici, politiche orientate a ridurre drasticamente l’uso del mezzo di trasporto privato, potenziamento del trasporto pubblico, diffusione dell’uso della bicicletta attraverso la creazione di percorsi ciclabili separati dai percorsi pedonali protetti, in coerenza con quanto avviene nelle grandi capitali europee. In particolare per i percorsi pedonali si fa riferimento alle fasce funzionali, riconoscibili anche per il colore della pavimentazione. E nel centro storico ridisegno delle fermate dei mezzi pubblici, eliminazione delle barriere architettoniche e del parcheggio selvaggio. A favore dei soggetti più deboli, anziani o persone con difficoltà di movimento, sistemi che agevolino lo scambio fra un mezzo e l’altro e illuminazione delle fermate per la sicurezza.

  • LA CITTA’ STORICA da un punto di vista di genere
  • Autori vari
  • Pagg. 87 € 18
  • ARE
  • Laura Gigliotti
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Senese di nascita e romana d’adozione. Iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma dall’81, ha pubblicato in modo continuativo per quotidiani e riviste cartacee: da “La Voce Repubblicana” a “Mondo Economico”, a “ Il Tempo”, “il Giornale”, “Il Sole 24 Ore”. E per giornali online come “Visum” e “Quotidiano Arte”. Senza contare interventi saltuari in numerose pubblicazioni fra cui “Le città” e il “Corriere della Sera”. Sempre di cultura e società in senso lato e in modo specifico di archeologia, architettura, arte e musica. E di libri, di Roma e del Vaticano.

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