Croce e delizia… Signora mia con Simona Marchini

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Divertente matinée quello che si svolgerà domenica 22 dicembre all’Auditorium Parco della Musica – Sala Petrassi di Roma, alle 12 con Simona Marchini, protagonista dello spettacolo Croce e delizia… signora mia.

 

 

Croce e delizia… signora mia, è uno spettacolo inventato di sana pianta e scritto insieme a lei, con Marco Mattolini che porta in giro da qualche anno, ma che domenica farà tappa all’Auditorium Parco della Musica.

 

 

Uno spettacolo sull’Opera di cui non parla mai nessuno, che funziona proprio perché è così inaspettato, sentimentale e divertente dove sono la solita signora Simona tutta cuore e sentimento, appassionata d’opera”, racconta l’attrice. Simona Marchini, innamorata dell’Opera sin da bambina, racconta a modo suo tre storie appassionanti, quelle della cosiddetta trilogia popolare composta da Traviata, Rigoletto e Trovatore, intercalata dalla maestria al pianoforte del Maestro Paolo Restani, interprete delle più celebri parafrasi di Liszt su temi verdiani.

Ma è ancora la Marchini a raccontarci come è arrivata a mettere su questo spettacolo: “L’incontro con l’Opera nasce dall’infanzia: eroi, eroine, drammi, passioni….tutto ha nutrito la mia vita, e quella della mia famiglia, da quando ho memoria condivisa con nonni e genitori. Spesso l’immedesimazione era fortemente emotiva, fino alle lacrime. Passavo tutto il repertorio, dal martirio d’amore alla malizia giocosa dell’intrigo sentimentale. Insomma ero totalmente immersa in un fantastico mondo pieno di suoni, costumi, luci e voci ‘miracolose’”.

 

“Bene, tutto questo si è sedimentato, depositato nei molti strati del mio patrimonio di vita e di esperienza ed è diventato ‘spettacolo’. Credo di avere fatto un genere di teatro dedicato all’Opera assolutamente unico. Ironia leggera, ma anche commozione di un ‘genere’ che è denso di storia e di identità culturale. Da qui nasce l’idea di raccontare tre storie appassionanti, Traviata, Rigoletto, Trovatore, la cosiddetta trilogia popolare a modo mio, coinvolgendo l’arte raffinatissima di Paolo Restani. E’ sicuramente un connubio audace, ma l’intenzione è un intrattenimento colto, gentile e appassionato su una ‘materia’ che risuona nel profondo di ciascuno di noi. Basta che abbia occhi sensibili e ‘sorridenti’ per guardare il melodramma con l’amore dovuto”.

Giancarlo Leone

 

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