La 62 edizione del Festival dei Due Mondi

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La fotografia di David LaChapelle è stata scelta come manifesto della 62esima edizione del Festival dei Due Mondi in scena a Spoleto dal 28 giugno al 14 luglio. Ritrae l’oceano, inteso come fonte di ispirazione, bellezza, capace di sommare la potenza e la versatilità dei diversi linguaggi artistici. E, soprattutto, in grado di contenere ogni diversità.

È un oceano di ispirazioni il riferimento principale di questa edizione, che trova la linfa nell’opera, nella musica, nella danza e nel teatro. Ancora, un Oceano come luogo aperto, senza barriere, fluido e mutevole, custode di storie, di miti e di vite straordinarie. Inaugura il Festival di Spoleto l’opera lirica in due atti Proserpina, tratta dall’omonimo dramma di Mary Shelley, musica di Silvia Colasanti, regia di Giorgio Ferrara. L’autrice di Frankenstein sfrutta l’antico mito per parlare del rapporto madre e figlia attraverso Cerere e Proserpina, facendo i conti anche con il rapporto impossibile con sua madre, Mary Wolstonecraft la prima “femminista” inglese, morta quando la stessa Mary aveva solo undici giorni.

 

Di nuovo il tema della perdita è lo spunto da cui prende il via lo spettacolo My French Valentino della coreografa Valérie Lacaze che porta in scena il mito di Rodolfo Valentino, assieme ai giovani ballerini della École-Atelier Rudra Bejart di Losanna.

 

Ed è un’altra grande storia d’amore quella che vede in scena Adriana Asti ne La ballata della Zerlina di Hermann Broch, stavolta nei panni della serva Zerlina, che racconta la storia della profonda passione erotica vissuta nei confronti del Signor von Juna, fatuo avventuriero, che già nel nome ricorda il Don Giovanni.

 

 

 

Si passa poi dalle atmosfere senza tempo della Ballata della Zerlina alla Parigi degli anni Ottanta dello stilista Jean Paul Gaultier, autore, regista e scenografo dello strabiliante Fashion Freak Show, spettacolo a metà fra il teatro di rivista e la sfilata di moda.

 

 

Non poteva mancare in calendario un omaggio e un tributo ai miti greci con lo spettacolo Esodo, frutto di un lungo lavoro che Emma Dante ha condotto con i suoi collaboratori e con gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo.

 

 

 

 

E sembra scritta e cantata per lenire la ferita della separazione la Cantata per le creature di Vinicio Capossela che tenta di trovare, nel racconto e nel canto, la possibilità di ricomporre l’unità e un nuovo rapporto con la natura delle cose.

 

 

Un’edizione con forti richiami all’attualità è quella proposta in questa torrida estate 2019, passando dai miti greci e arrivando alle nostre cronache, calda come i temi sociali che il Mondo si trova affrontare e che l’Arte ha già da tempo anticipato. Il rischio è di naufragare nello stesso Oceano ispiratore della locandina se i rimedi non saranno rapidi e rivolti a principi di uguaglianza e fratellanza.

 

 

Il cartellone completo del Festival con date e orario degli spettacoli è disponibile sul sito: http://www.festivaldispoleto.com/2019/programma.asp

Francesca Pistoia

 

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