Otto donne e un mistero: tre grandi protagoniste al Teatro Quirino

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Anna Galiena, coprotagonista di un giallo degno di Agatha Christie, ha tradotto dal francese un testo di Robert Thomas, un inno al noir che colpisce per la sua trama, arguta ed imprevedibile e per la forte caratterizzazione dei personaggi in scena: ben otto donne che in un modo o nell’altro vivono nel quasi harem di un uomo ricchissimo contornandolo, egli ne è consapevole, di falsità.

Un intrigo di amori, particolarmente lesbici, che forma la struttura del lavoro in scena al teatro Quirino fino al 14 aprile prossimo, caratterizza  una serie di accuse e di falsità reciproche inducendo Marcel, un finanziere in momentanee difficoltà economiche al quale la sorella (falsa invalida che, però, ottiene gratuita ospitalità in casa sua) nega l’aiuto che potrebbe dargli, a mettere in scena una enorme montatura per “scandagliare” e portare allo scoperto i caratteri e le segrete cose delle quali ognuna delle donne in scena è portatrice.

Problemi economici dei singoli personaggi, presunti incesti, tradimenti, sentimenti d’amore repressi sono alla base di un giallo del quale le principali protagoniste sono tre pezzi da novanta dell’attuale teatro italiano: Anna Galiena, nei panni di Gaby, moglie del “morto” Marcel, Deborah Caprioglio, una Augustine zitella algida e nevrastenica segretamente innamorata di Marcel che si finge malata di cuore, e Caterina Murino (Pierrette, ex spogliarellista e sorella di Marcel al quale spilla continuamente dei soldi) e Paola Gassman, la sorella falsa invalida.

A latere delle quattro sopra citate, altri personaggi completano l’elaborata ed avvincente trama, che si concluderà in maniera assolutamente inaspettata: da Antonella Piccolo a Giulia Fiume, da Claudia Campagnola a Mariachiara Di Mitri, tutte impegnate a formare un cast molto ben assortito anche se in parti apparentemente collaterali, ma fondamentali, per la perfetta riuscita di un accattivante lavoro diretto dal come al solito bravo Guglielmo Ferro, che riesce a descrivere ambientazione e scene (di Fabiana Di Marco) veramente appropriate ed in grado di rendere perfettamente l’idea del luogo e dei complessi personaggi in gioco.

Andrea Gentili

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