Restauro della Madonna di San Luca

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Madonna di San Luca particolare dopo il restauro

Con il titolo “Filippo Rusuti e la Madonna di San Luca in Santa Maria del Popolo”, a Roma nel Museo di Castel Sant’Angelo si può ammirare fino al 18 novembre 2018 questa Madonna icona del Trecento che il restauro ha permesso di attribuire a Filippo Rusuti. Curatrice Simonetta Antellini con catalogo Silvana Editoriale.

Madonna di San Luca
Opera restaurata

 

 

Normalmente conservata in Santa Maria del Popolo e oggetto di devozione da parte dei credenti come dispensatrice di grazie, la Madonna di San Luca, grazie alla volontà di Edith Gabrielli direttrice del Polo Museale del Lazio e di uno dei maggiori esperti di Arte Medievale, Alessandro Tomai, ha finalmente un’attribuzione certa.

 

 

Madonna di San Luca
Particolare dopo il restauro

L’esposizione è stata realizzata con la Direzione Centrale per l’Amministrazione dei Beni di Culto del Ministero degli Interni che è duretta dal Prefetto Angelo Carbone, che ne è la proprietaria e con la Soprintendenza Speciale di Roma diretta dall’Architetto Francesco Prosperetti. Tradizionalmente attribuita all’evangelista Luca, per questo chiamata Madonna di San Luca. Com’è visibile dalle foto, la tela impannata su tre assi in legno di noce aveva notevoli fenditure e distacchi di colore, bisognosa di restauro.

Madonna di San Luca
Particolare dopo il restauro

Raffigura la Madonna col Bambino in una posizione di derivazione bizantina. “La Vergine ritratta di fronte tiene in braccio il Bambino, rigidamente eretto, completamente vestito e benedicente proponendo i tratti dell’iconografia tradizionale dell’Odigitria ( colei che mostra la via cioè Cristo) arricchita di un diverso pathos quello dell’affettuosità familiare. La Madre volge il capo verso il figlio indirizzandogli uno sguardo pieno di tenerezza. Il Figlio poggia la mano sinistra su quella della Madre confermando il suo attaccamento”.

Madonna di San Luca
Operazione di riadesione pellicola pittorica

L’opera, pertanto, si discosta dall’inanimata astrazione delle figure, tipica dell’iconografia dell’epoca, e dimostra nella gestualità e nella vivacità cromatica quel carattere d’intimità che sollecita ì’empatia del fruitore”. Dopo l’accurato restauro si è potuto portare alla luce parte della firma di Filippo Rusuti pittore e mosaicista, del quale è certa la fascia superiore della facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore con il Cristo in trono circondato da angeli e simboli degli evangelisti, databile si pensa ante il 1297.

Madonna di San Luca
Operazione di riadesione pellicola pittorica

Filippo Rusuti è artista poco noto al grande pubblico, anzi quasi per nulla conosciuto, ma fece parte del trio di artisti di scuola romana insieme al Cavallini, artista ben più noto. Documenti della fine del Trecento lo vedono lavorare alla Corte francese di Philippe Le Beau. Il restauro è stato eseguito da Fiammetta Jahier e Cristina Caldi del Consorzio Aureo e le indagini scientifiche sono state eseguite da M.I.D.A. con la collaborazione del Laboratorio di Fisica dell’Università di Salerno e la Direzione dei lavori della Sovrintendenza Speciale di Roma con la direzione di Simonetta Antellini, il restauratore Carlo Festa e da Laura Petriglia.

Emilia Dodi

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