Teatro Ghione Semplice Lucio

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Quattro serate dedicate a Lucio Battisti del quale ricorre quest’anno il ventennale: quattro serate emozionanti che ti fanno tornare indietro nel tempo e nello spazio grazie agli testi che Mogol scrisse e che Lucio cantò così splendidamente tanto da far rivivere, allora, sentimenti che sembravano scomparsi, come il vivere quotidiano, con i suoi affanni e le sue gioie, o l’amore inteso come coinvolgimento intellettuale e fisico.

Quanto sopra è accaduto al Teatro Ghione,  dal 27 al 30 settembre, dove Giandomenico Anellino alla chitarra e Roberto Pambianchi che ci ha messo la voce sono riusciti riescono a far suscitare emozioni eseguendo quasi tutti i brani che Lucio, abile chitarrista e perfezionista, noto anche per l’attenzione ai dettagli e per la cura quasi maniacale, che dedicava agli arrangiamenti e agli accordi, che eseguiva in maniera perfetta rivoluzionando e personalizzando lo stesso modo di essere di ogni canzone.

 

 

 

Le stesse caratteristiche che mostrava Lucio le abbiamo ritrovate in Roberto Pambianchi, uomo in grado di conferire lo stesso senso ad ogni pezzo che ha eseguito, passando dal rhythm and blues al prog rock,dall’ elettropop, alla musica latina arrivando a toccare anche la new wave, la disco music, il folk, il soul, il beat e altro ancora.

 

 

 

Certamente, sia pure avvalendosi di un poderoso chitarrista del calibro di Giandomenico Anellino, il duo in scena al Ghione è stato soltanto paragonabile, ma in positivo, al Grande che con le sue interpretazioni riusciva, solo lui, a sfiorare il non sense nell’ambito dell’assolutamente sensato.

 

La coppia Anellino-Pambianchi è affiatata, sintonizzata al massimo ed insieme sono riesciuti ad eseguire i pezzi in elenco l’uno con un tutto suo particolarissimo stile chitarristico e l’altro, non dimentichiamoci che è attualmente la voce più amata dai fans di Lucio, con una ben dosata metodologia del ritmo che riesce veramente ad incantare.

 

E, uscendo dal teatro, non si è avuta la sensazione di aver assistito ad un revival, ma si è percepito dentro di se la grande soddisfazione di aver rivissuto il grande, grandissimo Lucio Battisti.

Andrea Gentili

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