A Castel Sant’Angelo e a Palazzo di Venezia di Roma è in corso e lo rimarrà fino all’11 novembre 2018 un’interessante esposizione dedicata alle armi del Rinascimento, con 160 pezzi tra armature, armi da difesa e offesa, armi da fuoco, elmetti, spade e altro. E’ curata da Mario Scalini con catalogo Silvana editoriale.
Quest’esposizione ideata dal Polo Museale del Lazio presieduto da Edith Gabrielli, è diversa dalle solite e quindi interessante. Si avvale della collaborazione del Polo Museale dell’Emilia Romagna del quale è direttore il Curatore della mostra. Non è una novità per nessuno che l’Italia, che ancora non esisteva, nel Rinascimento era divisa tra ducati e contadi che lottavano fra loro o per conservare le terre o per conquistarne altre, nonostante i vari matrimoni incrociati tra loro. ( foto 1)
Non per nulla l’Ariosto inizia il suo poema l’Orlando Furioso, con “Cavalieri, ami e audaci imprese, poema che fu stampato nel 1516. Il punto focale si ebbe però con l’inizio delle guerre sul territorio nel 1496 quando sia la Spagna che la Francia e altre potenze internazionali crearono nella penisola un terreno di guerra, quindi facendo assumere alle armi una valenza totale.
Fu proprio in questo periodo che ci fu uno sviluppo importante inerenti questa tipologia e non solo da fuoco, ma anche nelle armature, negli elmi, nelle spade, nei corsetti e quant’altro che questa mostra può vantare di far conoscere. Diciamo che furono proprio le armi che permisero anche la difesa sia contro l’Impero Ottomano, che nella battaglia di Pavia.
Le armi, i corsetti e gli elmi e gli scudi erano veramente opera di altissimo artigianato, così considerati ora in tutta Europa che le mostra facendosene un vanto. Quest’esposizione finalmente fa conoscere anche il patrimonio che l’Italia detiene che non è da meno di quello tedesco, spagnolo e francese. A parte le armature e quanto inerisce la persona, basterà citare la statuaria monumentale in bronzo e la tecnologia delle bocche da fuoco.
L’esposizione mette anche in luce l’intreccio fra armi e uomini, mitologia e rappresentazione del potere, tenendo conto dei vari manuali di arte militare, già in voga in età bizantina, come le immagini simbolo del tempo che illustrano gentiluomini e anche donne con corazze pronti per la battaglia, questo grazie ai due luoghi della mostra che custodiscono straordinarie collezioni, restaurate all’uopo, e a prestiti di musei internazionali che hanno compreso la valenza dell’esposizione.
Una mostra differente dalle altre che con un unico biglietto fa conoscere un patrimonio d’arte.
Emilia Dodi