Otello, una tragedia moderna

0

E’ in scena fino al 5 agosto al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, Otello, di William Shakespeare, con la regia e l’adattamento di Marco Carniti. Tra i protagonisti Maurizio Donadoni, nel ruolo di Otello, Gianluigi Fogacci, in quello di Iago, Maria Chiara Centorami, nel ruolo di Desdemona e Massimo Nicolini in quello di Cassio.

Otello, con la regia e l’adattamento di Marco Carniti, in scena fino al prossimo 5 agosto al Silvano Toti Globe Theatre di Roma, si può considerare assolutamente un dramma moderno, una tragedia moderna che evidenzia, per l’appunto, un dramma intimo, familiare. I temi raccontati attraverso i costumi, le luci, le musiche, l’interpretazione degli attori, sono quelli che toccano la nostra situazione attuale, i valori dell’individuo, la politica, la concezione socioculturale ed economica che non è solo del nostro Paese, ma è diventata una visione mondiale.

In questo dramma di William Shakespeare il protagonista dovrebbe essere Otello, una grande metafora sull’esistenza dell’uomo e della sua identità; in realtà ad avere un ruolo principale è Iago: è lui che mette la classica “pulce nell’orecchio” ad Otello, che fa scattare la gelosia, l’odio, il rancore nei confronti di Cassio, ribaltando le convinzioni per ciò che riguarda il suo fedele luogotenente, sennò il dramma di Otello non avrebbe avuto seguito. Iago e Otello sono due facce della stessa medaglia: Iago è la parte “nera” dell’uomo, la rabbia, l’orgoglio, mentre Otello è la parte “bianca”, la fragilità e la tenerezza. Iago desidera vendetta e si vuole riscattare: nei suoi monologhi si parla di raccomandazioni, di meritocrazia e considera Cassio un debole.

Mal sopporta che Otello lo preferisca a lui come suo fedele amico e luogotenente. Parla di demoni e angeli, delle maschere di quest’ultimi che utilizzano per nascondere la loro vera identità, quella di demonio, della pochezza degli animi degli individui e di quanto un amore possa “rincitrullire” un uomo. Basta far sparire un fazzoletto, il primo regalo di nozze di Otello alla sua Desdemona, che può trasformare una fedele moglie in meretrice, destituendo Cassio dal suo ruolo definitivamente.

 

Così finiamo per assistere al fallimento, alla sconfitta di un uomo e dei suoi valori, all’inesorabile discesa verso una solitudine che non ha scampo e alla realizzazione di quanto tutto ciò che ci circonda risulta essere meschino.

 

Mai come in questa opera Shakespeare evidenzia quanto possano essere di poca importanza i rapporti umani e di quanto gli uomini possano essere vittime delle loro convenzioni. Tutti i valori più importanti, dall’amore all’onestà, l’amicizia, vengono annullati da altri sentimenti come la corruzione, la violenza, la vendetta. Qui il male prevarica il bene e tutti soccombono sotto il peso delle loro stesse spregevoli azioni. Iago è la mente cattiva dell’opera e la macchina costruita sarà un percorso obbligato per tutti i protagonisti e diventerà una trappola mortale anche per sé stesso.

Magistrali le interpretazioni degli attori: a cominciare Maurizio Donadoni, che interpreta il personaggio di Otello, per non parlare di Gianluigi Fogacci, il cattivo e perverso Iago. Bravi Maria Chiara Centorami, nel ruolo della povera Desdemona che deve soccombere per mano di Otello e della sua gelosia e Massimo Nicolini in quello di Cassio.

Bellissime le scene di Fabiana Di Marco, fulcro del dramma shakespeariano: ci sono “cancelli” e labirinti come a formare un lungo corridoio, un imbuto capovolto che va a restringere il campo d’azione isolando i personaggi e le singole scene come in frammenti cinematografici. Ottime le musiche originali di Davide Barittoni e Giacomo De Caterini che non scompaiono mai neanche quando parlano gli attori, sono sempre in sottofondo andando di pari passo con i dialoghi dei personaggi. Senz’altro da vedere, imperdibile.

Giancarlo Leone 

 

Nessun commento