Visum incontra Grazia Scuccimarra a teatro

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L’attrice Grazia Scuccimarra festeggia 40 anni di carriera teatrale con il monologo Sono una donna laceroconfusa, dal 1 al 25 febbraio al Teatro degli Audaci di Roma. L’arguta artista si sofferma a riflettere sui piccoli e grandi paradossi sociali, sentimentali, professionali e politici di oggi, ricordando anche quelli che lei aveva già denunciato in passato. Il suo sguardo è attento, analitico, ma anche irriverente e sarcastico. Visum l’ha intervistata.

Grazia, parliamo di questo spettacolo dal titolo particolare. Perché?

Perché questo titolo va bene con i tempi di oggi, rappresenta un po’ il mio stato personale dove faccio il punto della situazione, una sorta di bilancio sotto il profilo sociale e politico. Si fa anche satira, ma oggi fare satira su questa politica è molto più difficile di un tempo. Una volta – spiega l’attrice – si scoprivano dei veli, certi altarini, ma ormai la gente sa tutto, la politica è sotto gli occhi di tutti e la satira è uno strumento di cui ognuno di noi dispone nella propria quotidianità”.

Di quali argomenti parlerà in questo spettacolo?

Si parlerà di un po’ di tutto: dei fenomeni di costume, di variazioni nei rapporti sociali, sentimentali, professionali, politici, delle condizioni disastrose della nostra scuola, del lavoro impossibile da trovare, della continua lotta contro il tempo che lascia i segni, ma che le donne fanno di tutto per cancellare, degli uomini che sono degli eterni Peter Pan”.

Nei suoi spettacoli ha sempre segnalato come sono cambiati i fenomeni di costume. Quali saranno ulteriori cambiamenti futuri che rivoluzioneranno la nostra società?

Il tornare ad essere come prima, compiendo qualche passo indietro. Ma bisogna avere del vero coraggio. Non bisogna più farsi gestire da Google, Facebook, Instagram, Amazon, perché ormai la gente è schiavizzata da queste tecnologie. C’è povertà di contenuti. Oggi siamo tutti con i paraocchi, tutti asini, seguiamo un percorso unico e non va bene. Si stava meglio prima”.

Cosa cambierebbe della società di oggi che non le piace?

Ho dei pallini, dei punti fissi. Sono convinta che la cultura, la scuola siano il centro di una rinascita perché dovrebbero formare i ragazzi fin dall’infanzia per farli diventare dei veri cittadini. Oggi è totalmente assente il concetto del pubblico – commenta –  valgono solo gli interessi privati che stanno creando dei danni gravissimi. Anche qui bisogna fare un passo indietro, la cultura dà da mangiare, altroché. Ci vogliono cittadini veri, con il senso della responsabilità. Oggi conviviamo con le truffe, gli intrallazzi. Per carità io sono felice di essere italiana – aggiunge – l’Italia è un bel Paese, mi piace più degli altri anche se è un Paese truffatore, ma intelligente. Voglio vedere uno Stato che controlla, che caccia la gente disonesta. Gli onesti vanno premiati”.

Tanti spettacoli messi in scena nel passato. A quale si sente più legata?

Sicuramente a Noi ragazze degli Anni ’60, del 1980, un vero spettacolo ‘cult’ che ha dato il via al recupero degli Anni ’60, una vera pietra miliare. Continuo a proporlo di tanto in tanto e c’è gente che già l’ha visto 4-5 volte”.

Perché il pubblico, invece, deve venire a vedere Sono una donna laceroconfusa?

Perché è uno spettacolo simpatico, vero, autentico dove parliamo di cose che ci riguardano direttamente. Si analizza il come eravamo e il come siamo, attraverso un divertente fil rouge”.

Giancarlo Leone

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