Un’importante esposizione dal titolo “Voglia d’Italia Il collezionismo internazionale nella Roma del Vittoriano” unisce Palazzo Venezia e il Vittoriano in una mostra particolare. Per la prima volta il pubblico potrà ammirare la collezione Wurtz donata allo Stato Italiano nel 1933. Curata da Emanuele Pellegrini con catalogo Arte m, resterà aperta fino al 4 marzo 2018.
La grandiosa esposizione è voluta fortemente dalla direttrice del Polo museale del Lazio, Edith Gabrielli, per mostrare in modo organico la collezione che i coniugi George W. Wurtz e Henrietta Tower hanno donato allo Stato Italiano, unita alla donazione di Villa Sciarra. Mostrare questa collezione eterogenea a Palazzo di Venezia alla quale fu destinata, e far conoscere nel contempo al Vittoriano quanto gli stranieri residenti in Italia siano stati generosi, non è certo stato semplice.
Il curatore Emanuele Pellegrini è riuscito a farla conoscere in toto dividendola per settori tenendo conto dei viaggi che il diplomatico George Wurtz ha fatto prima di stabilire la sua residenza a Roma, permettendo così al pubblico dei ammirare in 7 Sezioni in Palazzo di Venezia, portate fuori dai depositi, le opere più significative. Al Vittoriano invece come tra la fine ‘800 inizi 900, il collezionismo straniero a Roma sia fiorito e il suo contesto. Per l’allestimento non è certo stato facile all’architetto Benedetta Tagliabue riuscire, come è stato, a non farlo sovrastare alla miriade di opere presentate. Per dar risalto all’esposizione a Palazzo di Venezia ci sono anche concerti di Jazz.
Va detto che è una collezione non specifica, ma utile ad arredare le due dimore dei coniugi americani, Palazzo Antici Mattei i e Villa Sciarra, uno sede invernale, l’altra dove avvenivano i grandi ricevimenti. Impossibile citare tutte le opere di Palazzo di Venezia, sarà sufficiente far presente che nelle 7 sezioni che dividono la mostra, in ciascuna si possono citare oggetti, dipinti, arazzi, argenti, che sono indicativi non solo del periodo, ma dei luoghi nei quali sono state acquistate. Ad esempio nella sezione dedicata alle ricerche fatte da Wortz circa la sua presunta discendenza svizzero-tedesca, ci sono una quantità notevole e interessante di statue lignee e pezzi del Rinascimento d’Oltralpe. Così come le opere dell’importante sezione dedicata al Giappone e alla Cina.
Al Vittoriano con prestiti nazionali e internazionali, in 8 sezioni, sono esposti altrettanti pezzi notevoli partendo dal grande modello della sua costruzione, le opere di scavo, così come il far conoscere le donazioni che gli stranieri, con a capo gli anglo-americani, hanno elargito allo Stato Italiano nel primo Novecento, come quelle di Horne, Stibbert, Perkins e altri. Qui sono da notare la tela di John Singer Sargent, arazzi fiamminghi, dipinti seicenteschi e altro, che mostrano la grandezza di queste donazioni. E infine gli scambi che venivano effettuati, messi in luce dai i grandi prestiti come il San Lorenzo di Donatello e il Ritratto di fanciullo di Luca della Robbia.
E poi le grandi fabbriche che si crearono in quel periodo per favorire le copie di pezzi che servivano da ispirazione, nonché la nascita dei falsi commerciati e venduti come originali. E ancora la nascita dei molti fregi che erano richiesti nelle opere pubbliche, come si può osservare nella costruzione del Vittoriano.
Molto interessante è la luminaria che sui due luoghi delle mostre è messa in correlazione. Un’esposizione che con un solo biglietto, merita una visita.
Emilia Dodi