Libere disobbedienti innamorate di Maysaloun Hamoud

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Un bel film assolutamente da vedere questo Libere, disobbedienti, innamorate, titolo inglese In Between della giovane promessa Maysaloun Hamoud,  regista nata a Budapest ma di nazionalità Israeliana. Il film l’avevamo già visto a Toronto 2016 dove, oltre ad aver ricevuto un’entusiastica accoglienza, ha anche portato a casa il Netpac Award.

Il pubblico era rimasto infatti incantato dalla vita di queste tre ragazze arabo palestinesi, Laila (Mouna Hawa), Salma (Sana Jammelieh) e Nour (Shaden Kamboura), con tre distinte personalità che, a Tel Aviv, vivono esattamente come tutti gli  altri giovani nel mondo. La vita si sa, non è certo la Valle dell’Eden, per cui le loro pulsioni, nel bene e nel male, sono quelle comuni all’universo mondo.

Anche loro quindi ridono, gioiscono, soffrono, amano. A volte in maniera sbagliata. Magari cadono, per poi tirarsi su perché sono forti e volitive. E, nel frattempo, vivono la vita assaporandone ogni attimo. Consumando la notte nei tanti ritrovi di Tel Aviv, facendosi qualche canna, bevendo e ballando fino alle prime luci del giorno.

Laila fa l’avvocato e, come tutte vorrebbe un vero amore, ma l’uomo giusto tarda ad arrivare, Salma è una dj lesbica, passionale e fragile, con una famiglia ferocemente attaccata alle tradizioni, mentre Nour, perennemente con il velo in testa, cicciottella e sempre infagottata in abiti che ne peggiorano la situazione, è una studentessa modello, vittima però di un fidanzato bigotto, maschilista e, all’occorrenza stupratore… ma è lei ad essere la più forte, risorgendo dalle sue intime distruzioni.

Libere, disobbedienti, innamorate che vedrete in sala dal 6 aprile con la Tucker Film è un lavoro imperdibile, anche solo per immergersi in usi e costumi di Tel Aviv, che poi tanto libera non è. Alla regista Maysaloun Hamoud, qui a Roma insieme a Mouna Hawa per presentare il film, abbiamo chiesto se il prezzo per l’emancipazione femminile fosse la solitudine sentimentale, lei risponde :“Ogni cosa ha il suo prezzo e ogni decisione ha il suo costo. Personalmente, sarei propensa a credere che il vero amore, quello giusto, si può avere solo se siamo sinceri”.

“Così, in finale vediamo le tre amiche ferme che guardano un punto lontano. Unite però come se fossero una sola donna. La solitudine è un passaggio necessario. Ma solo momentaneo”.

 

 

Mouna Hawa da parte sua sottolinea che le reazioni con cui hanno accolto il film sono state principalmente a favore, “Noi tre attrici abbiamo ricevuto tantissime lettere di sostegno. Una ragazza che ho incontrato per strada, si è fermata per stringermi la mano ringraziandomi. Tante poi le persone toccate dal film. E, tanti, gli omosessuali che si sono sentiti a casa, visto che di tutto questo non si parla nel cinema palestinese e la donna è sempre rappresentata come un essere sempre dipendente da qualcuno. Come una sorella o una moglie”.

Mariangiola Castrovilli

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Giornalista giramondo con scoop come le interviste al fratello dell'ultimo imperatore cinese Aisin-Gioro Puren durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino e al generale israeliano Moshe Dayan dopo la guerra dei 6 giorni. Per la Rai in diretta radio e tv, è stata l'unica giornalista donna al mondo a volare a due volte la velocità del suono su un tornado, correre con una Ferrari 40 a 324 Kmh sul circuito di Maranello. Inoltre è stata l'unica giornalista a bordo del MB-339 Aermacchi della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. É membro del SNGCI.

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