La 57° Edizione della Biennale d’Arte di Venezia

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E’ stata presentata alla stampa la 57° Edizione della Biennaled’Arte da Federica Galloni del DDGAP del MIBACT e commissario Padiglione Italia, dalla curatrice Cecilia Alemani e da Paolo Baratta, Presidente della Biennale. Le novità maggiori riguardano la giovane curatrice che pur italiana, vive e lavora a New York e il tema scelto per l’esposizione “ll mondo magico”, nonché la selezione di soli tre giovani e noti artisti, Roberto Cuoghi, Giorgio Andreotta Calò e Adelina Husni-Bey. Le loro opere saranno mostrate soltanto all’apertura esposizione, che per il pubblico sarà dal 13 maggio al 30 settembre 2017. Catalogo bilingue di Marsilio Editore.

Cecilia Alemani foto Marco De Scalzi

Iniziamo con la novità più importante che è quella della giovane curatrice Cecilia Alemani, notissima a New York dove vive e lavora, che dopo la laurea e un master ha deciso di trasferirsi  negli USA. E’ direttrice e curatrice di High Line Art. Scelta tra 10 curatori, ha firmato il contratto nel 2016 avendo così il tempo di scegliere gli artisti e di farli lavorare con calma. Curatrice nota internazionalmente, come spiegato da Paolo Baratta, è stata in grado di selezionare opere e artisti che fossero in linea con il titolo dell’esposizione “Il mondo magico”.

Roberto Cuoghi Putiferio. Installation view: DESTE Foundation Project Space, Slauhterhouse. Hydra 2016 Photo Fanis Vlastaras & Rebecca Costantopoulou

Va detto che quest’anno i padiglioni sono 84 il che dimostra il grande interesse internazionale verso la Biennale veneziana.
La scelta di mostrare le opere di soli tre artisti, oltre ad essere in linea con gli altri padiglioni, focalizza lo sguardo dei visitatori sulla contemporaneità dell’arte mettendo in luce proprio il tema proposto da Christine Macel, Viva Arte Viva, una Biennale creata  con gli artisti e per gli artisti, facendo presente che grazie all’arte si può dimenticare il brutto che c’è nel mondo, senza farsene condizionare.

 

 

 

 

Giorgio Andreotta Calò Monumenti ai Caduti 2010 immagine documentativa dell’intervento, nuova sede Comune di Bologna Italia

Come scritto dalla curatrice “nelle loro opere i tre artisti creano universi paralleli in cui abbondano riferimenti al magico, al fantastico e al favolistico, dando forma a complesse cosmologie personali”. Giorgio Andreatta Calò, Roberto Cughi e Adelita Husni-Bey, infatti vedono il proprio ruolo non solo come artefici di opere d’arte, ma come attivi interpreti e creatori del mondo che rileggono attraverso la magia e l’immaginazione”.

 

Adelita Husny-Bey White Paper: The Land 2014 installation view at Beirut, Cairo as part of White Paper The Land Architectural model and video

Infatti il titolo della mostra si rifà all’omonimo libro del filosofo Ernesto de Martino, che ha messo in luce la facoltà che il magico ha nel permettere di fronteggiare una situazione storica non definita e di mettere in sicurezza il proprio io nel mondo. Gli artisti si sono sempre serviti dell’immaginario per creare le loro opere.

 

 

Giorgio Andreotta Calò La scultura Lingua morta 2015 Installation view, Sprovieri Londra UK

Per sommi capi, si può asserire che l’opera di Giorgio Andreotta Calò (1979) concettualmente unisce il pensiero magico con la tecnologia. Le sue creazioni spaziano dalle installazioni alle grandi sculture. Vive e lavora tra Venezia e Amsterdam.
Roberto Cuoghi (1973) vive e lavora a Milano, si esprime con video, animazione, scultura, pittura e installazione sonora, ed è noto come uno dei più interessanti artisti contemporanei italiani e internazionali. Attualmente la sua ricerca interessa le proprietà dei materiali nella scultura alla quale dà forma di escrescenze che hanno l’aspetto di forme organiche e incrostazioni minerali.

Roberto Cuoghi (SS(XXZ) 1/d 2015 cm.131x30x30 Foto Alessandra Sofia

Adelita Usni-Bey (1985) italiana di origine libica, vive e lavora a New York, è la più giovane dei tre. Il mondo magico è per lei l’utopia dove la politica, il desiderio, l’impegno e il gioco fantastico, possano convivere grazie all’immaginazione e alla partecipazione di tutti.
Il MIBACT anche quest’anno ha partecipato al Padiglione Italia con 600.000 euro e altre somme sono arrivate grazie all’importanza della curatrice. A latere ci saranno anche attività educative rivolte agli allievi e neolaureati delle Accademie di Belle Arti.

Emilia Dodi

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