GENIO FUTURISTA a Milano

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Gli Arazzi di Balla Esposizione internazionale di Parigi 1925

A Milano dal 9 aprile al 16 maggio 2019 alle Gallerie d’Italia sede museale di Intesa San Paolo c’è la mostra “Giacomo Balla GENIO FUTURISTA” che gira attorno proprio a quest’opera-arazzo che Balla presentò all’Exposition des Arts décoratifs di Parigi del 1925, ora di proprietà della Collezione Biagiotti. E’ curata dal Prof. Fabio Benzi.

Giacomo Balla
Genio Futurista 1925 olio su tela d’arazzo cm. 279×381 Collezione Biagiotti Guidonia
Roma foto Alessandra Vasari

Le opere di Giacomo Balla futurista si susseguono spesso con grande successo, questa è incentrata sul famoso arazzo-tela che il Maestro presentò al’Exposition des Arts décoratifs moderne nel 1925 insieme ad altre come Mare vele vento, Farfalle in movimento, e Fiori futuristi. (Foto 1) Appartiene alla Collezione Biagiotti ed è stata acquisita con grande intelligenza dai coniugi Biagiotti, collezione di grande pregio che Laura Biagiotti ha nel tempo implementato con molta pazienza.

Laura e Lavinia Biagiotti Genio Futurista di G: Balla

 

Si tratta di una grande opera, olio su tela d’arazzo di cm.279×381, la più grande che Balla abbia mai creato, esposta ora nel Cantiere del ‘900 della Collezione Intesa San Paolo patrimonio che vede riunite diverse opere di istituti di credito, raccontando il percorso culturale di tutto il secolo scorso, comprendendo opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Achille Funi, Mario Mafai, Sironi, Rosai, Spadini, Tosi, per citarne solo alcuni.

 

 

Balla nel suo studio in abiti futuristi

 

Quest’opera è stata il fulcro della grande diffusione che Tommaso Marinetti aveva dato alla teoria del Futurismo, il solo movimento creato in Italia, che è servito a produrre la vera rivoluzione nel campo dell’arte dando l’avvio alle avanguardie internazionali. La velocità e il dinamismo sono uniti a un vero nuovo concetto di arte che i futuristi prendono in considerazione non più come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo che si materializza in un inno alla modernità.

 

 

Giacomo Balla
Feu d’Artifice 1916-17

L’opera che alla fine è un autoritratto di Balla, ha i colori dell’Italia, bianco rosso e verde uniti da un fondo azzurro che compone una composizione prismatica basata su una figura maschile, la testa a stella, le braccia allungate che formano una specie di M, che ricorda l’iniziale del fondatore del movimento e le gambe due cunei rossi.

 

 

Giacomo Balla
Forma –grido Via L’Italia 1915

Questa è un insieme delle esperienze pittoriche del Maestro “dalle forme acute motorumoriste ai volumi astratti di Feu d’artifice” (1916-17), al tricolorismo patriottico di Forme-grido Via l’Italia”(1915), alle rappresentazioni teoriche e filosofiche sulla “quarta dimensione “di Trasformazioni forme spirito (1918), di Pessimismo contro Ottimismo “ (1923) ai triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti”. Così come scrive il curatore Prof. Fabio Benzi.

Anna Camia

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