I Macchiaioli in esposizione a Lecco

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Giovanni Fattori La lettera al campo 1873-1875 olio su tavola 16,6x34,5 cm. Milano Museo Nazionale della Scienza e della tecnica Leonardo da Vinci

A Lecco nel Palazzo delle Paure dal 4 ottobre 2019 al 19 gennaio 2020 c’è un’ulteriore mostra sui Macchiaioli movimento tutto italiano di fine Ottocento che ha rivoluzionato l’arte del periodo. E’ curata da Simona Bartolena.

Vincenzo Cabianca
L’ombrellino 1858-1859 olio su tela 31×24 cm. Carpi Collezione Palazzo Foresti

 

 

La mostra prodotta da VIDI-Visit Different in collaborazione con il Comune di Lecco e Sistema museale urbano lecchese, presenta 60 opere dei più interessanti nomi della pittura di macchia, quel manipolo di pittori toscani e non che viveva a Firenze nel periodo 1854/60 e che aveva iniziato una pittura di paesaggio a bozzetto, dipinti en plein air con tecniche dapprima tradizionali, che si riuniva a Firenze al Caffè Michelangelo dove si parlava di politica e letteratura positivista.

 

Cristiano Banti
Scena romantica olio su tavole cm.24,5×30 Collezione privata

Furono chiamati Macchiaioli in modo dispregiativo dalla critica che non capiva quest’evoluzione dell’arte nata sembra prima di quella di Impressione, che è sempre penombra intrisa di luce. Fu proprio Telemaco Signorini il primo a sottolineare con la massima intensità la contrapposizione tra luce e ombra, e la pittura toscana divenne realmente realistica con il passaggio dalla macchia chiaroscurale a quella tonale.

 

Silvestro Lega
Il corsetto rosso 1890 ca. o9lio su tela cm.50×40 Carpi Collezione Palazzo Foresti

 

Per spiegare bene il percorso storico della pittura di macchia di coloro  che avevano l’intenzione di rompere con la cultura accademica, la mostra inizia  dalle opere di Serafino de Tivoli e Filippo Palizzi che si confronteranno con un lavoro giovanile di Silvestro Lega, per arrivare alle opere di Vincenzo Cabianca, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani, Cristiano Banti che furono coloro che si allontanarono dalla scuola paesaggistica francese ante impressionismo, e la macchia passò  dalla macchia chiaroscurale a quella tonale.

 

Raffaello Sernesi
Olio su Tavola cm. 16,5x 33,5 Collezione privata

Naturalmente non mancano le tele risorgimentali di Giovanni Fattori, che di questo stile fu il portabandiera, il solo ad avere avuto una certa fortuna nel periodo.

L’interesse maggiore è quello di poter osservare attraverso i dipinti quanto questo movimento, anche se non capito allora, sia stato una vera rivoluzione che ha influito sullo sviluppo dell’arte italiana del Novecento.

Savina Fermi

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