Anna Karenina al Quirino. Rivive sul palcoscenico di questo teatro di Roma il dramma di Tolstoj, interpretato da Galatea Ranzi.
Anna Karenina al Quirino
Anna Karenina al Quirino. E’ la bella figura di Galatea Ranzi che interpreta Anna, la protagonista di un dramma che ricomprende tanto la manifestazione dei sentimenti umani, che l’ipocrisia insita nel conflitto psicologico vissuto, da una donna stravolta dall’amore per un uomo che non è suo marito, ma che l’avvince strettamente in una questa vicenda rappresentata. Come a voler significare come una donna travolta da sentimenti più che umani, possa apparire come una vittima, che non sa neppure più chiedersi, se il suo atteggiamento sia una vera e propria fede o no.
Lo spettacolo fotogtrafa la società del tempo, pregna di contraddizioni ed ipocrisie rese dal testo
Allo spettatore questo atteggiamento, elegantemente espresso dalla protagonista e dal suo staff, appare come la fotografia di una società, quella russa dell’ottocento, che vuole a tutti i costi apparire quasi aggredita dalla cultura occidentale dell’epoca, pur restando nei farraginosi limiti dell’apparenza e della mondanità.
Una grande interpretazione di Galatea Ranzi
Molto ben evidenziati i temi dei sentimenti che vengono costretti a non emergere, nascondendoli sotto una patina di apparente ed illusoria vita di lusso, che il regista invece descrive, ambientandola in un salotto borghese, quasi a voler dimostrare che l’occidentalizzazione ha raggiunto il suo scopo.
Tutti gli attori in scena ben esprimono le contraddizioni di quella società borghese
Tutti gli attori in scena ben esprimono, nel loro insieme, i temi dell’ipocrisia, della gelosia, della fede, della fedeltà, della famiglia, del matrimonio, della società russa dell’epoca, del progresso, oltre che quelli del desiderio carnale e della passione incentrandosi sul personaggio di Anna.
Donna prima protagonista dell’alta società di San Pietroburgo, finché non lascia suo marito per il conte Vrònskij, poi incerta anche nei suoi sentimenti stravolti da un tradimento coniugale, che non è soltanto adulterio, ma pura espressione di un amore che viene elevato al grado di purezza.
Veramente degna di alta considerazione la parte finale del lavoro, un quarto d’ora di potenza espressiva
Veramente degna di alta considerazione la parte finale del lavoro, un quarto d’ora di potenza espressiva nel corso del quale la protagonista riesce a trasmettere al pubblico la sua grande umanità, in maniera oltremodo comprensibile e facilmente assimilabile, sia pure all’interno di un contesto che sa di complesso e di drammatico.
Molto interessante la sceneggiatura di Marta Crisolini Malatesta
Interessante la sceneggiatura incentrata su una parete di fondo, sulla quale vengono proiettate immagini che riesce a creare perfettamente l’ambiente, nel quale lo svolgimento della commedia avanza, dato l’alto potere di coinvolgimento che la sceneggiatrice Marta Crisolini Malatesta riesce a creare.
Tra gli altri attori in scena vanno evidenziati Debora Bernardi ( Dolly ), brava ad interpretare l’ipocrita perbenismo che segna l’intero lavoro e Giacinto Palmarini ( Vronskij ) che quasi si contrappone alla stessa Karenina con il suo atteggiamento freddo, quasi distaccato. Apprezzamenti comunque per gli altri interpreti in scena che, tutti singolarmente, e nel loro insieme, mostrano chiaramente l’espressione dei sentimenti dei singoli personaggi interpretati.
La potente regia dello spettacolo è di Luca De Fusco
Lo spettacolo resterà in scena fino al 17 dicembre per la regia di Luca De Fusco che sa imprimere alla rappresentazione un tono di grande solennità, che è poi l’atmosfera dominante dell’intera rappresentazione.
Andrea Gentili