I Musei Reali di Torino presentano 26 preziosi disegni dei seguaci di Raffaello. Il titolo della mostra “Nel segno di Raffaello” parla dei 26 preziosi disegni che sono nelle collezioni dei Musei Reali, riconducibili alla cerchia di Raffaello, che sono in mostra sino al 17 luglio 2022. E’ curata da Angelamaria Aceto curatrice dei disegni dell’Ashmolean Museum di Oxford.
Nel segno di Raffaello ai Musei Reali di Torino
La curatrice Angelamaria Aceto cura a Oxford il museo che conserva la più importante collezione di disegni di Raffaello al mondo.
I disegni esposti sono di Giulio Romano, Parmigianino, Peruzzi, Polidoro da Caravaggio, Baccio Bandinelli, Gerolamo da Carpi. I disegni sono la più alta espressione artistica che un pittore possa mettere in atto. La mostra interessa settanta anni di storia del disegno italiano a partire dal Perugino il maestro umbro di Raffaello, che diviene un modello per un’intera generazione di artisti, già citati.
Questa mostra fa parte di un progetto iniziato nel 2020 nel 500 anniversario della morte del Sanzio, finalizzato alla selezione e allo studio dei disegni riconducibili, alla cerchia dell’Urbinate, in possesso della Biblioteca Reale.
Nel segno di Raffaello ai Musei Reali di Torino- 26 disegni in mostra
I disegni sono una forma d’arte che danno accesso alla dimensione più intima di un’artista, diversamente da altre, si basano sull’utilizzo di poche tecniche, spesso su un piccolo foglio di carta, testimoniano il suo processo creativo. Per questo la mostra presenta un apparato didascalico , con grandi pannelli contenenti opere di altri musei, per accompagnare lo spettatore alla scoperta del mondo della tradizione disegnativa del Rinascimento.
Il percorso espositivo è articolato in tre sezioni: Il Perugino e la formazione di Raffaello in Umbria; –i seguaci di Raffaello a Roma ai tempi dei Papi; I continuatori di Raffello.
Nella prima sezione sono presenti i disegni del Perugino, il Divin pittore, formatosi nella bottega fiorentina di Andrea del Verrocchio , frequentata a quel tempo dagli artisti più validi con Sandro Botticelli e Leonardo da Vinci. Il Perugino trasmette ai suoi allievi tra i quali il maggiormente valido è Raffaello da Urbino, lo stile classico e lo studio matematico delle proporzioni e della prospettiva, divenendo subito un esempio per gli altri artisti che studiavano con lui.
Il percorso della mostra è diviso in tre sezioni
La seconda sezione è dedicata ai seguaci di Raffaello quando l’artista è trasferito a Roma negli anni di papa Leone X, artisti provenienti da diverse città della penisola, che si riuniscono nella sua bottega richiamati dal suo carisma e dalla sua generosità visto che li propone ai clienti più facoltosi. Raffaello , vista la grande mole di commissioni, delega il lavoro agli artisti di maggior talento, che così apprendono rapidamente sotto la sua guida.
Alla morte improvvisa e prematura di Raffaello, Giulio Romano pittore ormai di lunga esperienza, è in grado di continuare le numerose commissioni di Raffaello incompiute. In questo periodo la sua attività si intreccia così con quella di Perino del Vaga, e Baldassarre Peruzzi e personaggi meno noti come Vincenzo Tamagni.
La terza sezione documenta degli artisti che erano attirati a Roma dalla clima artistico di Clemente VII. Tra questi va citato il Parmigianino il cui incontro tra le rigogliose antichità classiche e Raffaello cambia rapidamente la sua arte. Negli stessi anni un altro emiliano Biagio Pupini si trasferisce a Roma cadendo radicalmente sotto l’influenza di Polidoro da Caravaggio.
Nel segno di Raffaello ai Musei Reali di Torino- mostra da non perdere
Anche Baccio Baldinelli getta lo sguardo sui disegni di Raffaello come fossero un mezzo per comprendere meglio la sua stessa risposta visiva di Michelangelo, come dimostra perfettamente un disegno a penna e inchiostro, presente in mostra.
Il percorso espositivo si chiude con una innovativa proposta della ricostruzione di un foglio ricavato da tre frammenti contenuti in un taccuino di modelli di Girolamo da Carpi, un manufatto che nei contenuti e nella forma racconta molto della cultura rinascimentale.
Una validissima mostra per comprendere come Raffaello abbia influenzato i suoi discendenti.
Savina Fermi