Carosognando, un grande omaggio a Renato Carosone al Salotto di Pulcinella. In questo risto-teatro, tipico e unico locale napoletano a Roma, serata omaggio a Renato Carosone. Il titolare del locale, Vincenzo De Vivo, ha presentato Carosognando, canzoni e ricordi sul grande artista napoletano scomparso nel 2001.
Carosognando, un grande omaggio a Renato Carosone
Carosognando, uno spettacolo al Salotto di Pulcinella, tipico e unico locale napoletano a Roma, imperniato sui racconti e sulle canzoni di Renato Carosone, curati e narrati da un grande appassionato dell’artista qual è Vincenzo De Vivo. Un’occasione per far conoscere al pubblico intervenuto, il percorso artistico e personale di Carosone, per chi già lo amava e apprezzava.
Renato Carosone, all’anagrafe Renato Carusone, classe 1920, è stato un cantautore, pianista, un direttore d’orchestra e un compositore italiano. E’ stato uno dei maggiori autori e interpreti della canzone napoletana, e della musica leggera italiana, nel periodo collocabile tra il secondo dopoguerra, e la fine degli Anni Novanta. Ha fuso i ritmi della tarantella, con melodie africane, e americane. Ha creato una forma di macchietta ballabile, adeguata ai tempi.
Vincenzo De Vivo omaggia Renato Carosone
Vincenzo De Vivo ha aperto il suo spettacolo con ‘Na canzuncella dolce dolce, scritta da Carosone con Mattone e poi ‘A casciaforte, Tu vò fa l’americano, Pigliate ‘na pastiglia, T’è piaciuta, Maruzzella. Ed è proprio lui, Vincenzo De Vivo, che continua a raccontare che il periodo d’oro di Carosone inizia nel 1955, grazie al paroliere Nisa, con Torero, che entra nelle classifiche americane.
E’ stato uno dei primi autentici umoristi della musica popolare italiana, ma anche un anticipatore di quella commistione italiana, ma anche un anticipatore di quella commistione di generi, che è poi diventata uno degli elementi fondamentali della musica contemporanea. Tanto che gli artisti del mondo che lo hanno riconosciuto come maestro, vanno citati il francese Manu Chao e lo spagnolo Carotone.
Tante le canzoni di successo che ricordiamo ancora con nostalgia e allegria: ed è sempre Vincenzo De Vivo a cantarle e a ricordarle: Io mammeta e tu, ‘O sarracino, Luna rossa, Guapparia, La panzè, Carmela, Chella là, Caravan Petrol, Lazzarella, Scapricciatella, Guaglione.
La marcia verso il successo si apre quando Renato Carosone forma nel 1949 il trio con Van Wood e Gegè Di Giacomo, il vulcanico batterista che lo accompagnerà negli anni più belli, favolosi.
Carsognando al Salotto di Pulcinella
Un velo di malinconia quando De Vivo, raccontando l’artista, ci ricorda che al culmine del suo successo, avendo fiutato il cambiamento musicale in atto, il 6 settembre 1960, durante uno spettacolo televisivo, Carosone annuncia il suo ritiro.
Per ben 15 anni Carosone rimane lontano dalle scene. Nel 1975 il suo grande ritorno allo spettacolo dal vivo alla “Bussola” di Viareggio, con un’orchestra di 20 elementi.
Carosognando, un grande omaggio a Renato Carosone
Da allora continua la sua attività, partecipando più volte a trasmissioni televisive, con l’aria di un grande saggio che non ama troppo la musica che gli cresce intorno, ma che non vuole rimanere prigioniero della nostalgia.Sempre all’insegna di una grande dignità artistica. Nel 1998 si esibisce l’ultima volta dal vivo, per il Capodanno a Napoli. Morirà nel sonno il 20 maggio 2001 nella sua casa sulla Flaminia a Roma.
Dopo il bellissimo spettacolo, una squisita cena a base di degustazioni campane, offerta dai cuochi de Il Salotto di Pulcinella.
Giancarlo Leone