La nuova campagna mediatica di Emergency per un 2022 di pace, non di guerra,  è on air, con un video distribuito sui social dai canali del brand a livello internazionale e con affissioni pubbliche.  

La nuova campagna mediatica di Emergency per un 2022 di pace, non di guerra. Il messaggio, “Rendiamo il 2022 un anno di pace, non di guerra” ha preso vita, attraverso un video distribuito sui social dai canali del brand a livello internazionale e affissioni pubbliche.

 

Le affissioni

La campagna è girata di Igor Borghi con The Family Film, si avvale anche di affissioni in 100 postazioni nelle metropolitane di Milano, grazie alla collaborazione con GroupM e IGP Decaux. I protagonisti sono le vittime della guerra e le loro esperienze. I ritratti delle vittime di guerra, firmati da Giles Duley e Sibomana, contengono dei messaggi che inneggiano alla pace: “In guerra il più grande atto di coraggio è fare la pace”, “Solo in un mondo sbagliato si può dire che una guerra è giusta”.

Altri messaggi sono “La pace non è solo la fine della guerra, è l’inizio della vita”, “Se la guerra invade i confini, la pace li supera”, “per fare la guerra servono le armi, per fermarla bastano gli uomini”, “il contrario di guerra non è solo pace, il contrario di guerra è vita”, “La guerra fa prigionieri, la pace rende liberi”.

 

Il video

Nel video, le conseguenze della guerra sono state raccontate attraverso la storia di una mamma, costretta a fare una scelta difficile per dare un futuro a sua figlia, in un paese colpito dalla guerra.

 

 

La storia, che inizia come una qualsiasi giornata in cui la bambina si prepara ad andare a scuola, termina con un finale a sorpresa: un distacco doloroso, e inevitabile, uno dei tanti che ogni giorno sono costrette a vivere tantissime famiglie intorno al mondo.

 

Sono infatti 82.4 milioni le persone che hanno dovuto lasciare le loro case e le loro famiglie a causa di guerra, persecuzioni, o violenza, o violazioni di diritti umani.

 

 

Ecco perché l’augurio per il 2022 è proprio quello di un anno senza guerra: perché, citando le parole di Gino Strada, fondatore di Emergency, “la guerra deve essere considerata un problema di risolvere, e non un destino da abbracciare”.

Carlo Salvatore

 

 

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