La concessione del telefono di Camilleri al teatro Biondo di Palermo

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La concessione del telefono di Camilleri al teatro Biondo di Palermo. La pièce debutterà il 6 gennaio 2022, in prima nazionale. Il testo che è del romanziere siciliano e di Giuseppe Dipasquale, è l’adattamento dell’omonimo romanzo dello scrittore siciliano edito da Sellerio

La concessione del telefono di Camilleri al teatro Biondo di Palermo. La pièce debutterà il 6 gennaio 2022, in prima nazionale. Protagonista di questo nuovo allestimento dello spettacolo, prodotto dal Biondo di Palermo, è Alessio Vassallo nel ruolo di Filippo Genuardi, lo stesso che aveva interpretato nel fortunato adattamento televisivo.

La concessione del telefono di Camilleri al teatro Biondo di Palermo

Al suo fianco: Cesare Biondolillo, Franz Cantalupo, Cocò Gulotta, Paolo La Bruna, Mimmo Mignemi, Alessandro Pennacchio, Gi-nevra Pisani, Alfonso Postiglione, Carlotta Proietti, Alessandro Romano.

Le scene sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Dora Argento e le di musiche Germano Mazzocchetti. Lo spettacolo va in scena fino al 16 gennaio.

 

La concessione del telefono è una commedia degli equivoci

La concessione del telefono è una commedia degli equivoci dai risvolti surreali, ambientata sul finire dell’Ottocento a Vigàta, il paese immaginario in cui lo scrittore agrigentino ha ambientato tutti i suoi romanzi, fino alle avventure del commissario Montalbano. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica, avanzata dal signor Genuardi, innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.

 

La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti. Cosa indica la ridicola e allo stesso tempo legittima pretesa, di un personaggio come Pippo Genuardi, che vuole ottenere una linea telefonica per potersi meglio organizzare con la sua amante?

La concessione del telefono è, tra i romanzi di Camilleri, uno dei più divertenti.

 

È la metafora di un crudele gioco dell’inutilità umana e sociale, o la pessimistica ipotesi di un atavico immobilismo del processo storico di evoluzione dell’individuo e della società?

 

Camilleri sembra non voler dare risposte, ma allo stesso tempo, ci pone dinanzi a situazioni paradossali che smascherano le ipocrisie, i pregiudizi e la cattiva coscienza di una comunità molto simile a quella in cui viviamo

Buon teatro a tutti!

Redazione

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