La nuova sala del Piccolo è on line

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Il Piccolo di Milano in questo clima pandemico dimostra una straordinaria vitalità culturale. Lo testimonia l’apertura di una nuova sala che sarà solo on line

Piccolo Teatro Studio. Foto ©Masiar Pasquali

 

 

La pandemia non ferma il Piccolo teatro di Milano. Dopo il Piccolo Teatro Grassi, lo Strehler e il teatro studio Melato, il Piccolo di Milano ha deciso di aprire una nuova sala, Piccolo teatro smart, che sarà però online.

 

 

 

Il primo appuntamento è fissato per il 16 aprile con l’inaugurazione di Abbecedario per il mondo nuovo, un podcast in cui ogni venerdì, sabato e domenica fino a giugno, si alterneranno 26 rappresentanti della nuova drammaturgia, scelti tra i finalisti/segnalati e i vincitori del Premio Hystrio e del Premio Riccione per creare un vocabolario capace di interpretare il presente.

 

Nel nuovo contenitore, anzi nella nuova sala, non ci sarà solo l’Abbecedario, ma anche una serie di altre iniziative che saranno annunciate nei prossimi giorni.

 

 

Fondato il 14 maggio 1947 da Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi, il Piccolo Teatro di Milano è il primo Stabile pubblico italiano, in ordine di tempo, nonché il più conosciuto, in Italia e all’estero. L’idea dei fondatori era dare vita a un’istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali (Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia) in quanto pubblico servizio necessario al benessere dei cittadini. “Teatro d’Arte per Tutti” era lo slogan che accompagnava il Piccolo alla sua nascita e anche oggi ne riassume pienamente le finalità: portare in scena spettacoli di qualità indirizzati al pubblico più ampio possibile. Dal 1991 il Piccolo Teatro di Milano è anche “Teatro d’Europa”, come peraltro riconfermato dall’articolo 47 del DM n. 332 del 27 luglio 2017.

Tornando alla nuova iniziativa del teatro, il direttore del Piccolo Claudio Longhi, spiegando la decisione di aprire la nuova sala in questo momento ha precisato che: “la pandemia, purtroppo, non ci ha ancora lasciato, ma cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. L’approssimarsi dell’estate e la campagna vaccinale in atto, ci danno speranza di potere presto riaprire le sale e rincontrare il nostro pubblico”. “Perché – ha sottolineato –  forse non tutto quello che è accaduto in questi mesi va buttato, perché ci sono spazi di una nuova libertà da esplorare“.

 

L’idea è quindi di avere degli spazi virtuali “di risonanza, di approfondimento, di reinvenzione e dilatazione, di ricerca del nuovo”, questa volta però “in dialogo con lo spettacolo dal vivo”.

Redazione

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