Gli anni ’20 al Museo Guggeheim di Bilbao

0
Christian Schad, Maika, 1929. Óleo sobre madera. 65 x 53 cm I Colección particular © Christian Schad Stiftung, Aschaffenburg, VEGAP, Bilbao, 2021

Il Guggeheim Museum di Bilbao in collaborazione con la Kunsthaus di Zurigo, presenta dal 7 maggio al 19 settembre 2021, una mostra che tocca tutti i cambi che nel periodo si sono avuti in ogni campo dell’arte, della moda, del design, del teatro, che hanno portato solo a cambiamenti epocali in ogni campo della vita. E’ curata Catherine Hug, Kunsthaus Zurich e Petra Joos del Guggeheim Museum, su progetto di Calixto Bieito

Constantin Brancusi, “view of Studio” c.1930-31Silber Bromide print Kunstahaus Zurich Photography Collection Gift in memory of Carola Giedion-Welcker, 1986©Succesionn Brancusi- All Rights reserved, Vegap Bilbao 2021

 

E’ indubbio che la guerra mondiale del 1915-1918 e la conseguente pandemia di influenza virale, chiamata spagnola e attraverso le maggiori discipline del tempo artistiche abbiano provocato mutamenti veramente epocali in tutta Europa. Il Museo presenta questo contesto attraverso 300 oggetti che rappresentano le più importanti discipline artistiche del tempo.

 

 

 

 

Grethe Jürgens, Maniquíes de peluquería (Frisierpuppen), 1927. Óleo sobre lienzo I Colección particular © Sprengel Museum Hannover, Vermächtnis Grethe Jürgens

 

The Roaming Twenties è un’occasione per vedere 300 oggetti che rappresentano attraverso le maggiori discipline artistiche del tempo come: pittura, scultura , disegno, collage, fotografia, architettura quello che si poteva vedere a Berlino, Zurigo, Parigi, Vienna. Avendo la collaborazione del grande regista e drammaturgo Calixto Bieito, la mostra unisce arti plastiche e arti performative. In fondo è un viaggio nelle principali capitali europee, dove si verificarono grandi cambiamenti che sono in auge anche oggi e benchè non sia possibile paragonare gli anni ‘20 alla pandemia del 2019, molte cose buone possono uscire anche da questa.

 

 

Ernest Neuschul, Takka-Takka tanzt, 1926 I Olio su tela, 141 × 103 cm I Collezione privata © Nachlass Ernest Neuschul

La mostra parla proprio dei folli questi  anni ‘20 senza i quali oggi non potremmo vivere la nostra vita: la fotografia era  entrata nel mondo dell’’arte e di questo bisogna ringraziare Hans Richter e Fernand Leger. Imponendosi sempre di più, mentre il dibattito tra nuova oggettività e arte figurativa, teatro e astrazione andò a vanti fino agli anni ‘30. Cinema e fotografia continuarono ad evolversi. La moda grazie alla rivoluzione di Coco Chanel e altri cambiava letteralmente il personaggio femminile. Della seta nella quale imperava allora la Svizzera francese in questa sezione ci sono esempi significativi, grazie all’invenzione della catena di montaggio, anche la vita del lavoro diventava  sempre più dignitosa.

Trevor Paglen, CLOUD # 865 Hough Circle Transform, 2019, Dye sublimation print di colore, 152,4 cm × 121,9 cmPeress Family Collection Courtesy of the artist©Trevor Plagen Photo: Annik wetter, courtesy of Pace Gallery

La scuola del disegno fondata a Weimar nel 1919 e poi a Dessau nel 1926 entra a entrava nell’economia, così come il primo Congresso internazionale di Architettura Moderna nella Svizzera dove partecipano Le Courbusier, Walter Gropius e Gerrit T. Rietveld hanno messo il punto sull’architettura responsabile che rispettasse lo spirito dei tempi. La musica cambiò grazie all’arrivo dagli Stati Uniti del Jazz. Cambiò anche la danza con i ballerini tedeschi. Fu a Parigi a Montmartre e Montparnasse dove trionfa Josephine Baker che la danza assumse un carattere di  grande sensualità, così come il nuovo ballo che trionfava con il Charleston, e la percezione del valore del corpo e l’inizio del femminismo.

 

 

Renè Magritte Valse d’Amour 1926 Melody by L.T:Langlois, lyrics by Fernand Servais, cover by Rene Magritte L’Art Belge, Brussels 34,5x27cm Dora und Walter LAbhart Collection, ©Renè Magritte Vegap, Bilbao, 2021

Senza dilungarsi troppo, la mostra deve essere vista con le sue analogie tra tutte le arti che Calixto Bieito è riuscito bel a far collegare tra loro, dando una visione totale di quelli che furono gli anni ’20 non tanto folli quanto di rottura decisa con il passato, ma per trovare analogie con il presente. Cercare tutte le analogie tra gli anni ‘20 e il periodo nel quale viviamo è certamente impossibile, anche perché nel tempo è intervenuto il famoso 1968, ma anche questo contesto contemporaneo porterà qualcosa di buono per i giovani. Il catalogo della mostra è riccamente illustrato ed esamina “ I Folli anni ‘20” in tutte le sue angolature.

Anna Camia

Nessun commento