Retrospettiva di Mario De Biasi a Venezia

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Gli italiani si voltano, Milano, 1964, © Archivio Mario De Biasi/courtesy Admira Milano

A Venezia alla Casa dei Tre Oci dal 12 marzo sino al 3 luglio 2021, c’è la grande retrospettiva dedicata a uno dei maggiori fotoreporter italiani dal titolo “Maio De Biasi: fotografie 1943-2003 con 216 fotografie delle quali la metà inedite, concesse dall’Archivio Mario De Biasi diretto dalla figlia. E’ Curata da Enrica Viganò. La mostra al momento è chiusa al pubblico, causa covid-19, riaprirà quando le condizioni sanitarie lo permetteranno

Messico 1968 © Archivio Mario De Biasi/courtesy Admira Milano

Creata in collaborazione con l’Archivio Mario De Biasi e Civita Tre Venezie, promossa dalla Fondazione Venezia, questa grande mostra interessa gli anni che vanno da1947 quando De Biasi ha iniziato la sua collaborazione con Epoca finno agli ultimi lavori nel 2003. Si tratta di 216 fotografie delle quali la metà inedite raccontando per nuclei tematici, i maggiori avvenimenti, i viaggi esotici, fino alla vita della quotidiano con volti anonimi fino ai personaggi noti, in effetti ha raccontato di tutti i Paesi e le città come Londra e Parigi, Roma e Vienna, dal Cairo a Teheran, dalla Tailandia al Brasile, da Israele al Nepal.

Fellini e Masina, Venezia, 1955© Archivio Mario De Biasi/courtesy Admira Milano

E’ stato merito della curatrice Enrica Viganò se questa retrospettiva antologica, si è potuta fare dopo una ricerca stavolta nell’Archivio Mario De Biasi. Tra i molti inediti che sono mostrati c’è la sequenza delle foto scattate nel 1954 dal titolo “Gli italiani si voltano” che Germano Celant  scelse come guida per la mostra organizzatala al   Guggeheim Musume di New York dal titolo “The Italian Metamorphosis 1943-1968” dove si vede una splendida Moira Orfei che passeggia per le strade di Milano e la gente si volta a guardarla .Gli anni cinquanta mostrano invece un’Italia distrutta dai bombardamenti dove  si nota però la voglia di ricominciare; e poi la insurrezione ungherese, dove ha lavorato sotto le pallottole e dove è stato ferito, meritandosi l’appellativo di “italiano pazzo”.

New York, 1956© Archivio Mario De Biasi/courtesy Admira Milano

Altri inediti sono quelli in Siria dove ha lavorato con temperature di 65° e delle colate di lava dell’Etna. Intendiamoci non era disprezzo del pericolo, ma il voler documentare gli avvenimenti degli anni 60-70 del Novecento. E ancora Mario De Biasi non era solo un celebre fotografo, ma anche un bravo disegnatore e nei tre piani che la mostra occupa, ci sono anche questi disegni molto adatti alla bellissima Casa dei Tre Oci. Questa bella e interessante mostra è accompagnata dal un catalogo edito da Marsilio con saggi di Enrica Viganò, Denis Curtis e Angelo Ponta.

 

 

Siberia, 1964© Archivio Mario De Biasi/courtesy Admira Milano

Mario De Biasi nato a Belluno nel 1923 è mancato nel 2013 a Milano. Ha riiniziato a fotografare nel 1945 grazie a un libro di tecnica fotografica, trovato in una casa bombardata tra le macerie di Norimberga, dové era stato deportato per lavorare come radiotecnico. Rientrato in Italia ha presentato nel 1948 una mostra personale e nel 1953 divenne redattore per la rivista Epoca editatala da Mondadori, dove ha lavorato per 30 anni creando molte copertine e vari reportages nel mondo, documentando avvenimenti importanti, dei luoghi, paesaggi, ma anche guerre. Dopo essere arrivato alla pensione ha continuato viaggiare fotografando luoghi, adottando una certe poesia visiva, il che ha permesso di comprendere l’artista che era in lui.

Savina Fermi

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