Full Monty: da disoccupati a spogliarellisti

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Finalmente dopo aver girato l’Italia del Nord dall’ottobre scorso, è approdato al Teatro Sistina di Roma, dove rimarrà fino all’8 marzo, The Full Monty per la regia di Massimo Romeo Piparo che vede protagonisti sei disoccupati che si riscattano facendo lo strip. Tra gli attori Paolo Conticini, Luca Ward, Gianni Fantoni, Jonis Bascir.

Correva l’anno 1997 quando arrivò nelle sale cinematografiche un film inglese destinato a mettere d’accordo pubblico e critica: si trattava di The Full Monty di un semi sconosciuto Peter Cattaneo, film che gli valse varie nomination e premi tra cui l’Oscar per la migliore colonna sonora. Un successo del genere non poteva passare inosservato a Broadway: nel 2000 la storia degli operai di Sheffield in cerca di riscatto sbarcò, tra gli applausi, sul tempio del musical, Broadway, per l’appunto.

Così qualche anno dopo, nel 2013, è la volta di Massimo Romeo Piparo, uno dei nostri più prolifici registi di musical, che coglie l’occasione di adottare per gli italici palcoscenici un tale spettacolo, ambientandolo invece a Torino. Proprio in questa città industriale, presa a modello per le tante fabbriche che ci sono, si muovono le vite di sei protagonisti, alla ricerca d una nuova identità dopo la chiusura della fabbrica per la quale lavoravano, identità che Giorgio Lucariello (Paolo Conticini) cerca di ritrovare improvvisandosi spogliarellista e coinvolgendo l’amico di sempre, Davide (Gianni Fantoni) ed altri compagni di avventura interpretati da Luca Ward, Nicolas Vaporidis, Jonis Bascir, Sebastiano Vinci. Si parla anche di reddito di cittadinanza.

In questo musical c’è un po’ di tutto: c’è il rapporto tra un figlio, Gabriele, interpretato a turno da Tancredi Di Marco e Christian Roberto, ed un padre interpretato da Paolo Conticini, minacciato dalla paura della revoca dell’affidamento congiunto a causa del ritardo nel pagamento degli assegni di mantenimento e dalla presenza di un nuovo uomo accanto alla madre del ragazzo (Patti – l’attrice Valentina Gullace).

C’è il rapporto in crisi tra Davide (Gianni Fantoni) e Giò (Elisabetta Tulli) causato dalla perdita di autostima di Davide, colpevole di aver perso il lavoro e dai chili di troppo presi. C’è il dramma di Aldo (Luca Ward) ex capo degli operai in questione che nasconde da sei mesi all’esuberante moglie Vittoria (Laura Di Mauro) di aver perso a sua volta il posto di lavoro.

Ci sono i problemi fisici e di parola di Marcello (Nicolas Vaporidis) che non ha mai avuto un amico, anche per essere troppo legato alla mamma costretta sulla sedia a rotelle.

 

Trattasi di un musical dove la cifra stilistica dello spettacolo è caratterizzata dalla comicità, anche se in due ore di canzoni e battute, non mancano i momenti introspettivi per ciascuno dei protagonisti, ognuno dei quali ha i suoi scheletri negli armadi da affrontare e possibilmente vincere.

 

Il risultato finale è uno spettacolo che ben bilancia le sue varie anime, a partire dal cast magistrale dove c’è chi sa cantare (Paolo Conticini), chi sa recitare (Luca Ward), chi ha il ritmo nel sangue (Jonis Bascir), chi ha la battuta sempre pronta (Gianni Fantoni), chi fa il pazzerello cercando di scalare i muri (Sebastiano Vinci).

A completarlo un tris d’assi tutto al femminile composto da Laura Di Mauro, Elisabetta Tulli, Valentina Gullace. Diversissime tra loro, ognuna dà vita ad un personaggio a tutto tondo di grande forza scenica. Guest star d’eccezione l’attrice di prosa Paila Pavese, cui è affidato il ruolo della stralunata Jeanette e che per la prima volta si cimenta nel musical. La parte del leone in questo spettacolo la fa l’orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello. Valide le coreografie che portano la firma di Roberto Croce. Da vedere.

Giancarlo Leone

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