Al Museo di Patan a Kathmandu (Nepal), è aperta dal 16 gennaio 2020 una mostra dal titolo “Mvah Cha” nell’ambito del progetto Crisalidi istituito dal MIBACT. E’ curata da Marcello Smarrelli e promossa dal Pastificio Cerere.
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Namsai Patan National 2020-1-15 CBA 0143
Quest’esposizione che si estenderà a Roma presso il Pastificio Cerere poi a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, e sarà anche presentata all’Istituto italiano di cultura nel Regno Unito, in Polonia e in Francia, fa parte del progetto Crisalidi vincitore del bando Italian Council 2019 indetto dal MIBACT per promuovere l’arte italiana nel mondo e per questo è stato scelto un artista americano che vive e lavora a Seggiano (GR).
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Namsai Patan National 2020-1- 15 CBA 0172
Il curatore Marcello Smarrelli ha dichiarato: “La scelta di invitare Nansai Siediecki nasce dal grande apprezzamento e dalla lunga familiarità con la sua ricerca artistica, caratterizzata da un interesse scientifico e antropologico per i fenomeni, e dall’approccio quasi alchemico alla materia e al suo “passaggio di stato”; molti dei suoi lavori, infatti, riflettono sulla trasformazione dei materiali, decostruendo le opere fino a portarle al loro stadio embrionale”.
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Namsai Patan National 2020-1-15 CBA 00221
Nansai Siediecki, scultore, con Mvah Cha esamina a fondo la tecnica della cera persa che si è sviluppata in epoche diverse in modi differenti a causa non solo delle materie prime, ma anche dei vari procedimenti impiegati. In Occidente per la preparazione si usa mattone triturato e gesso, mentre nel Nepal si utilizza una materia ottenuta impastando argilla, sterco di vacca e pula, chiamata Mvah Cha. Il maestro ha trovato particolarmente affascinante il processo che precede la fusione dove i vari strati formano un involucro così erto da non far più riconoscere la forma originale.
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Da questo processo si ricavano oggetti dalla forma indistinta, liberi da proporzioni, riferimenti anatomici e canoni proporzionali, che hanno comunque una leggera relazione con la religione buddista o induista e ricordano l’estetica arcaica del primo Novecento. Quindi è proprio l’impiego di mezzi primordiali che sono la spinta per le sculture di Siediecki che uniscono Oriente e Occidente, mettendo il punto sul fascino dell’ignoto che da sempre ha associato l’uomo in tutti i luoghi e in tutti i tempi.
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A giugno 2020 le sculture, ancora elaborate, saranno oggetto di una mostra proprio al Pastificio Cerere, mentre la tappa finale sarà a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Namsai Siedlecki è scultore noto internazionalmente che ha vinto molti premi. Ha esposto al MAXXI e a Villa Medici di Roma, a Prato, a Lisbona, a Firenze, alla Fondazione Sandrino Re Rebaudengo, a Torino, Mosca, Berlino, e in molti altri luoghi.
Emilia Dodi